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3 Luglio 2001. La battaglia va avanti... così dopo i

Doping || 03/07/2001

La battaglia va avanti...così dopo i "positivi al nandrolone" e "sospesi" Bucchi e Monaco (Perugia), Gillet (Bari), De Rold (Pescara), Caccia e Sacchetti (Piacenza), Fernando Couto (Lazio), Davids (Juventus), Torrisi (Parma) e per finire (per il campionato che si è appena concluso!) l’olandese del Barcellona Frank De Boer, ecco il rinvio a giudizio per la Juve, Guariniello porta in Tribunale Giraudo ed il dottor Agricola. Il processo è fissato per il 31 Gennaio a Torino.
Eccovi gli articoli.

da Il Messaggero 3 Luglio 2001

Doping, la Juve a giudizio
Guariniello porta in Tribunale Giraudo e il dottor Agricola
di FEDERICO ROMANI


TORINO - E’ arrivato il rinvio a giudizio. Il processo alla Juve è fissato per il 31 gennaio a Torino. E’ il primo, concreto, risultato dell’inchiesta aperta dal Procuratore aggiunto presso la Procura di Torino, Raffaele Guariniello, in seguito alle accuse lanciate quattro anni fa da Zdenek Zeman, allora allenatore della Roma. Era l’estate di quattro anni fa. «Il calcio è ormai in farmacia. Guardate i muscoli di Vialli e Del Piero».
L’amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, e il responsabile dello staff medico, Riccardo Agricola, dovranno comparire di fronte al giudice insieme al farmacista torinese Giovanni Rossano. Le accuse di Guariniello, quelle per le quali i due responsabili della società bianconera sono stati rinviati, sono molto pesanti. I principali capi d’imputazione sono il reato di frode sportiva (lo stesso per il quale Marco Pantani è stato rinviato a giudizio) e la violazione della legge 626 sulla sicurezza del posto di lavoro. Guariniello, infatti, ha sempre lavorato equiparando una società sportiva ad una qualsiasi azienda, che deve tutelare la salute dei suoi dipendenti (violata, secondo l’accusa, dalla somministrazione di farmaci dopanti). Ma non è tutto. Giraudo ed Agricola dovranno rispondere di altri reati: ricettazione e diffusione impropria di farmaci, truffa, somministrazione vietata tramite false ricette di farmaci pericolosi per la salute, detenzione non autorizzata dunque illegale di centinaia di medicinali (gli spogliatoi della Juventus furono fatti setacciare dal pm torinese nel corso della stagione 1997-98). Secondo Guariniello i medici della Juventus avrebbero somministrato sostanze proibite per stimolare lo sviluppo e la potenza muscolare, la resistenza (problemi di ematocrito alto, come i ciclisti) e la concentrazione dei giocatori (psicofarmaci). Infine sarebbero stati effettuati test anti Hiv all’interno delle strutture della società mentre la legge recita che siano svolti in laboratori pubblici. La notizia del rinvio a giudizio ha turbato e turberà un’estate in cui la società bianconera è tornata o sta per tornare regina del mercato. L’ambiente comunque resta tranquillo. Per lo meno questo è quanto viene fatto trapelare. Il medico sociale Riccardo Agricola non rilascia dichiarazioni, lui stesso si era autodenunciato alla Procura antidoping e ora attende con serenità il giudizio. Agli amici confida che è quello che si aspettava, che non ha nulla da nascondere. L’avvocato Vittorio Chiusano, legale e presidente della Juventus, è già da tempo al lavoro per preparare le memorie difensive. La Juve aspetta in silenzio. E la guerra fredda tra la società e Raffaele Guariniello è soltanto all’inizio.




IL GRANDE ACCUSATORE
Zeman: «Gli abusi esistono ancora»


SALERNO - È arrivato al Salone dei Marmi del Comune di Salerno in giacca blù, abbronzato in volto e con una sciarpa granata al collo. E’ sempre lo stesso Zeman. Lo stesso che il 16 giugno dello scorso anno si presentò al Napoli, avvolto da sciarpe azzurre. È cambiato il colore, oggi granata, non l'entusiasmo dei tifosi che hanno cominciato dal pomeriggio ad aspettarlo invocando il suo nome. Un uomo del Sud «condannato» a vita dall'etichetta di colui che ha scoperchiato il pentolone doping nel calcio. Inevitabile parlarne oggi che è stato chiesto il rinvio a giudizio per Giraudo ed il dottor Agricola. «I giocatori di oggi sono dopati? Forse i giocatori di oggi sono informati - dice Zeman - è importante però che Samaranch, presidente del Cio, abbia dichiarato che il doping esiste. Nelle mie squadre non ci sono dopati, comunque. Il caso Juventus? Non so cosa rispondere, sono cose di cui si sta occupando Guariniello. Certo, parliamo sempre della stessa cosa, ci nascondiamo tutti tutto. Il calcio di oggi è diverso dalle mie idee, ha dei problemi: 3 anni fa ho parlato di abusi di farmaci, sono convinto che anche oggi sia così. Forse tornare ai tempi di quando allenavo il Foggia sarebbe un bene. Io spero di non essere cambiato, perché le cose che vanno bene è meglio che non cambino».




da Il Mattino 3 Luglio 2001

Zdenek e il doping: Juve in tribunale


Zeman personaggio, dentro e fuori del calcio. Uomo scomodo, basti pensare alla vicenda-doping, alle accuse lanciate dal boemo nell’estate dell’88, e che inizialmente furono catalogate come una bolla di sapone...Invece, la cronaca di questi mesi ha dimostrato come Zdenek avesse visto giusto, calciatori, campioni e non, sono risultati positivi e squalificati. E, nella vicenda che ha portato ieri al rinvio a giudizio dell’amministratore delegato della Juve, Antonio Giraudo, e del medico sociale Antonio agricola, c’è anche e soprattutto quel Zeman-pensiero sull’uso e sull’abuso di sostanze nel mondo del calcio. Giraudo e Agricola (un terzo provvedimento riguarda un farmacista torinese, Giovanni Rossano) stati rinviati a giudizio al termine dell’inchiesta sulla diffusione impropria di farmaci tra i calciatori bianconeri. Il processo verrà ora celebrato in tribunale, a Torino, il prossimo 31 gennaio. Tra i reati contestati vi è la frode sportiva. La tesi del pm è che tra il luglio del ’94 e il settembre del ’98 ( un arco di tempo che copre 4 campionati) i calciatori juventini siano stati «trattati» (parola usata nel capo di imputazione) con medicinali vietati e non, con l’obiettivo di attuare «percorsi di attivazione biochimica, bioenergetica, neurotrasmettitoriale a livello cerebrale, muscalare e cardiaco per incrementare le prestazioni degli atleti».
L’inchiesta, condotta dal pm Raffaele Guariniello, è, appunto, quella nata nell’estate del 1998 all’indomani delle dichiarazioni di Zeman, all’epoca tecnico della Roma, che aveva parlato di doping nel calcio e di abuso di integratori. Da quel giorno il pentolone è stato a poco a poco scoperchiato. A fine luglio di quell’anno il Coni aprì un’inchiesta sulle dichiarazioni dell’allenatore giallorosso, inchiesta che fu affidata al capo della Procura antidoping, Ugo Longo. A seguire, interrogatori e verifiche che portarono alla scoperta di irregolarità nei test antidoping condotti dal laboratorio del Coni e alle clamorose dimissioni del presidente. Pescante. Poi l’istituzione di una Commissione che inchiodò lo stesso Coni. Il resto è la cronaca sconcertante che porta in primo piano non le prodezze dei campioni, ma la loro posititività ai controlli. Il «nandrolone» diventa l’uncubo quotidiano per i calciatori. Una escalation sempre più allarmante, lo juventino Davids e il portoghese della Lazio Couto, i casi più clamorosi. Fioccano le squalifiche. Sotto accusa soprattutto gli integratori: si arriva alla conclusione che la lista dei prodotti somministrati agli atleti dovrà essere comunicata dalle società, a seguire verrà indicata la lista degli integratori utilizzabili.
Il mondo del calcio, insomma, cerca di correre ai ripari, anche se in ritardo. L’allarme lanciato da Zeman non era una bolla di sapone...




da il Corriere della Sera 3 Luglio 2001

IL CASO / L’inchiesta di Guariniello sui prodotti illeciti nello sport partì nell’agosto ’98. Coinvolto anche un farmacista torinese
Juventus, due rinvii a giudizio per doping
L’amministratore delegato Giraudo e il medico Agricola in tribunale a gennaio per frode sportiva


TORINO - La Juventus finisce alla sbarra. Il 31 gennaio Antonio Giraudo e Riccardo Agricola compariranno davanti ai giudici del tribunale di Torino per rispondere di una lunga serie di reati, che vanno dalla frode sportiva alla ricettazione, dal falso alle violazioni dello Statuto dei lavoratori e della legge 626 per la tutela della salute sul posto di lavoro. E’ la conclusione della lunga inchiesta di Raffaele Guariniello sulla somministrazione di farmaci ai giocatori bianconeri: un’indagine cominciata nell’estate del ’98 in seguito alle accuse lanciate da Zdenek Zeman - all’epoca allenatore della Roma - al calcio in generale e in particolare alla Juventus. Sotto processo per tutti questi capi d’imputazione - con l’esclusione della frode sportiva - finirà anche Giovanni Rossano, un farmacista che avrebbe fornito alcuni prodotti ad Agricola. Antonio Giraudo, Riccardo Agricola e Giovanni Rossano sono stati rinviati a giudizio alla conclusione di un’indagine che non è stata solo lunga, ma anche ampia: sono state raccolte 20 mila pagine di atti, raccolte in 36 faldoni. La tesi di Raffaele Guariniello, sostenuta dai consulenti tecnici Gianmartino Benzi e Adriana Ceci, è che tra il luglio ’94 e il settembre ’98 (ovvero dall’avvento dell’attuale dirigenza fino all’apertura dell’indagine del pm torinese) i giocatori della Juventus siano stati «trattati» con medicinali, alcuni vietati e altri invece consentiti ma usati in quantità ritenuta pericolosa, con l’obiettivo di attuare «percorsi di attivazione biochimica, bioenergetica, neurotrasmettitoriale a livello cerebrale, muscolare e cardiaco per incrementare le prestazioni». Secondo l’accusa, tra le sostanze somministrate ai calciatori della Juventus (che verranno citati come testimoni)ci sarebbero cinque antinfiammatori proibiti a base di cortisone, in compresse o in fiale, e dosi di creatina cinque volte superiori al consentito. Inoltre gli indagati non avrebbero fermato giocatori con situazioni cliniche anomale, in particolare per gli sbalzi del valore dell’ematocrito.
Mentre la Juventus si chiude in un ufficiale «no comment», dallo studio legale del presidente Vittorio Chiusano - che difende Agricola e Giraudo - l’avvocato Luigi Chiappero spiega: «E’ inevitabile che si arrivi al processo, considerato che il Procuratore si è opposto con nostra sorpresa alla richiesta di una perizia. E siamo felici di poter finalmente dimostrare di fronte a un giudice terzo (a celebrare il processo sarà probabilmente Giuseppe Casalbore, ndr) la bontà della nostra tesi, sostenuta dalle documentazioni di esperti come i professori Eandi e Angeli dell’Università di Torino, Gribaudo del Centro di medicina sportiva e Cazzola dell’Università di Pavia. Quello del pm è un teorema insostenibile».
Stefano Agresti  
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