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8-9 Ottobre 1999: Continuano gli articoli sul nostro amato Mister!

Cronaca || 09/10/1999

Ecco a voi gli articoli su Zeman dell'8 e 9 ottobre 1999........le frasi ed i silenzi del Mister....sono sempre accolti con numerosi articoli....secondo voi perchè??!!!



da Il Messaggero di Venerdì 8 Ottobre 1999

Zdenek oggi all’Olimpico con Venditti, lunedì vola in Turchia


di MARIO CHIARI
ROMA - "Il pentito esiste, altro che storie. Non è un’invenzione. Sensi ha detto che Capello è più vicino al Palazzo? Avrà ragione solo se la Roma vincerà. Ci sono allenatori che vincono e non riesco a capire il perchè e forse non lo sanno nemmeno loro. Per molti giocatori la nazionale è diventata un peso. Questo calcio non mi piace: troppe bugie. Si dicono per proteggere l’industria che c’è dietro. Milan e Lazio protestano per gli impegni di coppa? L’ hanno voluta così la Champions League: e adesso piangono. Ma se fanno la preparazione in Sardegna, al mare, è chiaro che, poi, i problemi ci sono": Zeman, è di nuovo guerra. Attacca e spara alla sua maniera. Un filo di voce, come al solito. Ma tanto veleno.
Presenta il conto a tutti prima di lasciare l’Italia. Da Sensi a Capello, da Zaccheroni a Eriksson passando per gli uffici finanziari. L’altro tema dell’estate zemaniano, dopo quello del doping che ha sconvolto la vita di giocatori e dirigenti. Ma non solo. Con la sua crociata, Zeman ha rimesso in discussione tutto e tutti. E tutti hanno preso le distanze da un personaggio così scomodo. Anche se lui non è d’accordo. Sul fatto di essere scomodo. "Sono stato comodo a tante persone": un messaggio, certo. Con chi ce l’ha? Non chiarisce. E in mancanza di certezze, meglio rinunciare a interpretare il pensiero del boemo.
Una "bomba" a tempo, quella fatta esplodere dall’ex allenatore della Roma, della Lazio e del Foggia. Certo, annunciata. Dopo la soluzione del nodo contrattuale rimasto in piedi con Sensi e dopo aver sottoscritto l’intesa con il Fenerbache. Mesi in silenzio. Gli sono costati forse più della mancanza della panchina. Tra un saluto e l’altro, prima di congedarsi, mena fendenti terribili. Lo fa alla sua maniera: con l’aria di chi sembra voglia uscire in punta in piedi. E per non disturbare troppo, con la solita voce sommessa. Un colpo da ko dietro l’altro.
Il pentito. "E’ un falso?", gli chiedono al Tg1. La replica: "Falso è chi dice che il pentito è falso". E spiega che in un calcio come questo, certo che può capitare che uno si venda le partite. E tira in ballo ancora gli uffici finanziari. Gli interessi muovono tutto. Anche le bugie. Già, le bugie: "Se ne dicono tante per coprire le industrie". Ed, allora ecco la spiegazione: "Me ne vado perchè non sopporto più questo mondo, questo calcio". E se la prende con chi insegna a giocar male pensando solo al risultato. Raggiunge il top quando dice: "Ci sono allenatori che vincono e non riesco a capire il perchè. Forse non lo sanno nemmeno loro". E, sempre a proposito di allenatori: "C’è chi come me ha cominciato ad allenare sui campi in terra battuta come quello del Licata e c’è chi nasce al Milan o alla Juventus". Tutto questo nel contesto dell’affermazione fata tempo fa dal presidente Sensi: Capello è più vicino al Palazzo. A catena le reazioni di Zeman.
Se la prende anche con chi oggi si lamenta dei troppi impegni previsti dal programma europeo: Milan e Lazio su tutti. E Zeman attacca: "Ma come, anche queste due società hanno sollecitato e voluto un cartellone così zeppo di impegni. E adesso piangono". Ma non è finita, a proposito di Milan e Lazio. Di Zaccheroni e Eriksson: "Certo, se si fa la preparazione in Sardegna, al mare, è chiaro che i problemi poi arrivano".
Zeman veniva accusato di curare poco la parte difensiva. Bene, la sua risposta arriva oggi: "Se capitava a me di prendere sette tiri in porta come è successo alla Roma domenica scorsa a Firenze, non so cosa mi avrebbero detto...". Sotto con la nazionale: "Per molti giocatori è diventata un peso. Gli interessi dei club sono superiori a quelli della squadra azzurra. La nazionale non deve divertire. Deve rappresentare un Paese. E penso che quella italiana non rappresenti quello che c’è".
Lo scudetto? Zeman fa una previsione: Lazio.
Poi un altro messaggio: "Vado in Turchia perchè mi sento allenatore e allenare a casa è difficile". Ma non si sente un personaggio scomodo perchè "sono stato comodo a tante persone".
Stando alla stampa turca firmerà il contratto che lo lega al Fenerbahce fino alla fine del campionato turco nei primi giorni della prossima settimana e così "l’italiano" Zdenek Zeman seguirà le orme di altri grandi del nostro calcio andati a cercare fortuna lungo il Bosforo. A dire il vero i precedenti non sono stati un gran che: nel 1949 Giuseppe Meazza accettò di allenare la terza grande squadra di Istanbul, il Besiktas, ma resistette pochi mesi. Altri due italiani, Sandro Puppo e Giovanni Varglien hanno avuto addirittura la responsabilità della nazionale negli anni cinquanta, ma da allora più nulla. Zeman, stando al quotidiano Milliyet (La Nazione) non ha ancora stabilito esattamente il suo premio di ingaggio. Si parla di quattro miliardi ma non si sa bene se la cifra si riferisca agli otto mesi in cui Zeman ha accettato di dirigere il Fenerbahce o comprenda anche una eventuale riconferma.




da La Gazzetta dello sport di Sabato 9 Ottobre 1999

Capello non replica alle critiche di Zeman
«Gli auguro un sincero in bocca al lupo»


di Gaetano Imparato
ROMA - «Zeman mi ha criticato? Fa nulla, rispondo augurandogli un sincero "in bocca al lupo"». Gol, rete di Capello. L’ha segnata dopo l’allenamento di ieri quando l’addetto stampa Brugnoli gli ha chiesto, su petizione pressoché generale, cosa pensasse delle stilettate del boemo. In verità Capello era rimasto impassibile anche a botta calda, dopo avere sentito dal TG1 le picconate. Glissa Don Fabio, con l’aria di chi presagisce che, in caso di successo, avrà un motivo in più per gioire, per gonfiare il petto. Chi vivrà vedrà.
Nemmeno Aldair, in sala stampa, fa una piega sul fatto del giorno, anche perché ammise poche settimane fa che, se Zeman fosse rimasto, se ne sarebbe andato lui. Ieri, invece, ironia del destino, ha parlato del suo rinnovo del contratto ormai vicinissimo, come conferma lo stesso manager Caliendo. «Solo questioni di dettagli, firmeremo un biennale ma è pressoché fatta». E Aldair? In sala stampa passa dicendo, cosa che si intuiva da tempo, di Samuel in ritardo: «Parlando del mio contratto la sensazione è che - commentava Aldair - Samuel arrivi solo a giugno 2000», dopo essere stato meno possibilista del suo manager sulla firma del rinnovo.
Comunque Samuel arriverà nel giugno 2000, come del resto previsto dal contratto che fa passare la proprietà del difensore del Boca Juniors alla Roma già da questa estate, con la clausola però che permetterebbe di accorciare il prestito al Boca fino a gennaio dietro il pagamento d’una clausola e soprattutto con il consenso del giocatore. Samuel, in un Boca in corsa tra scudetti e coppe sudamericane (giovedì è andato a vincere in casa dell’Università del Cile 1-3 per il trofeo Mercosur) non vorrebbe mollare se non a giugno, come gli era stato prospettato all’atto della sua cessione (e del suo assenso a venire in Italia). In più, come se non bastasse, Palermo: lui alla Lazio vorrebbe andarci subito, sarebbe difficile per la squadra di Carlos Bianchi privarsi anche del difensore.
Aldair? Parla di Samuel («Lo vedo nella posizione di Zago più che da centrale dei tre dietro»), dell’emergenza («La Roma perde tanto senza Totti e Delvecchio»), della classifica («Al secondo posto ci speravamo, ma ora dobbiamo restarci e in inverno noi abbiamo avuto sempre problemi»). In fin dei conti nella Roma crede, anche se ammette che fare un passo indietro darebbe ragione al boemo: «Se dovessimo piazzarci in un posto peggiore del passato campionato avrebbe ragione Zeman».
Pluto parla ancora di Zeman: «Non mi sono meravigliato per la sua scelta di andare in Turchia, visto che deve lavorare. Ci avrà pensato, credo abbia fatto bene a tentare la nuova avventura».
Altra avventura, meno piacevole, quella di Totti che ieri, insieme con il d.g. Lucchesi, è andato a Bologna per un ulteriore consulto per la pubalgia che lo affligge. Le risultanze sono ottime, confermata la prognosi di stato iniziale dell’infiammazione al pube. Prendono corpo le speranze di vederlo in campo fra tre turni di campionato.  
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