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7 Ottobre 1999: Zeman va al Fenerbahce....tutti gli articoli della Gazzetta dello Sport in merito.........in bocca al lupo Mister...sarà un onore seguirla nuovamente sui campi.........Cronaca || 07/10/1999
E così rivedremo il nostro Mister sui campi di calcio......certo sarà dura seguirlo in Turchia, ma contate su di noi!!!!!!!!! Mister...in bocca al lupo!!!!! Fumerà come un turco Ma mangerà l’arrosto? Lì fumano tutti. Sono stati istituiti anche corsi per imparare a fumare per corrispondenza. Fumano in diretta i conduttori dei telegiornali, le guardie forestali, i raccattapalle, i bagnini nelle piscine, gli autisti delle corriere con il finestrino chiuso. In Turchia, dal 5 aprile del 1998, si può fumare anche su Internet. Nelle tabaccherie non si fa la fila: è quasi sempre tutto esaurito. Quando arriva a Istanbul, Zdenek Zeman esulta: questa è città del fumo, la mia città. Sfuma la trattativa con Nevio Scala? Ecco Zeman ed è subito fumata bianca. Gli alti dirigenti del Fenerbahce del boemo sanno tutto. Zona allegra, furore tattico, gioco arioso, gusto della battuta. Il suo è un calcio fatto di tanto fumo e poco arrosto? E allora? A volte un buon fumo è meglio dell'arrosto. Il contratto è ricco, in linea con il mercato. Questi sono i costi, queste sono le richieste. Non si conoscono i dettagli, i particolari, i cavilli fumosi, ma stanno emergendo lentamente clausole precise: Zeman in panchina può fumare soltanto ventidue sigarette nelle partite di campionato, trenta nelle coppe e quarantotto (intervallo compreso) nel derby con il Galatasaray. Può fumare sotto la doccia e, ovviamente, nei bagni turchi. Quelli che stanno in panchina con Zeman sono tenuti a respirare il suo fumo e quello del suo vice. Il preparatore atletico è esentato, la sua razione di tabacco quotidiano passa a Zeman. Che, si sa, ha sempre avuto la delega della preparazione atletica. Le marche delle sigarette sono qui omesse perché in Italia è vietato far pubblicità. Tanto a lui interessano solo le Marlboro. Sono passati i tempi di quando, in Sicilia, si accontentava delle Alfa e delle Nazionali semplici senza filtro. Non si sa se nelle clausole abbia inserito anche un pacchetto di polemiche da consumarsi più avanti con il Moggi turco, il Lippi di Ankara o il Del Piero del Bosforo. Si sa che ha portato con sé, oltre alle cassette di Tullio Solenghi, due massime sul fumo. La prima di Mark Twain: la cosa più facile che abbia mai fatto in vita mia è smettere di fumare: dovrei ben saperlo, l’ho fatto un migliaio di volte. L’altra di Woody Allen: ho smesso di fumare. Vivrò una settimana di più e in quella settimana pioverà a dirotto. Germano Bovolenta E’ il secondo "italiano" ad allenare in Turchia (f.v.) Zeman è boemo, ma vive in Italia da 30 anni e ha sempre allenato da noi. Zeman entra quindi nel gruppo degli italiani emigranti. Uno dei primi fu Sandro Puppo, che negli anni 50 lavorò proprio in Turchia. Poi Mario Astorri vinse 2 titoli danesi (Akademik ’67 e KB Copenaghen ’74). Nell’84-85 Enzo Ferrari guidò il Saragozza. Negli anni 90 il "diluvio": Trapattoni al Bayern, Bigon al Sion, Scala a Dortmund, Capello al Real, Maifredi in Tunisia e Spagna, Ranieri a Valencia e Madrid (Atletico), Scoglio c.t. Tunisia, Dossena c.t. Ghana, Sacchi all’Atletico. Oggi, dopo gli esoneri di Materazzi (ex S. Lisbona) e Sandreani (ex Tenerife) ed esclusi i c.t., all’estero ci sono Ranieri (Atletico), Vialli (Chelsea), Sonzogni (Lugano) e Morales (De Graaf, Olanda). ALLA SCOPERTA DEL FENERBAHCE L’ambiente è surriscaldato Se perdi, i tifosi ti assediano ISTANBUL — Il Fenerbahce è contento di aver preso Zeman come allenatore. Aziz Yildirim, il presidente multimiliardario del Fenerbahce, ha detto ieri ufficialmente che Zeman è il nuovo allenatore per questa stagione. Il Fenerbahce gli verserà quasi quattro miliardi da qui a giugno. Secondo il presidente è stata fatta la scelta migliore. Scala aveva chiesto un contratto pluriennale, cosa non accettabile per la squadra turca. Il Fenerbahce è la squadra più ricca della Turchia, ha avuto sempre presidenti danarosi e ogni anno cambia allenatore. Una squadra ricca di storia: 13 i campionati vinti, come il Galatasaray, i colori sono gialloblù. L’attuale presidente, Aziz Yldirim, è un architetto che lavora per la Nato e ha molte possibilità finanziarie. Il Fenerbahce quest’estate ha pagato circa 50 milioni di dollari per sei giocatori: il difensore turco Alpay, gli attaccanti africani Preko e Olare, il centrocampista ghanese Johnson, il fantasista turco Serge e ha prolungato il contratto del sudafricano Moshoeu per un altro anno. In organico c’è anche il portoghese Manuel Dimas (ex Juventus). Questa squadra ha molti tifosi in Turchia, ma di sangue caldo: se il Fenerbahce perde una partita i giocatori e l’allenatore tornano a casa accompagnati dai poliziotti. È successo anche il 30 settembre scorso quando fu eliminato in casa dalla coppa Uefa per 2-0 con l’MTK Budapest. Il Fenerbahce aveva pareggiato per 0-0 nell’andata fuori casa e tutta la Turchia aspettava una qualificazione. Ma dopo lo 0-2 e l’eliminazione, l’allenatore Ridvan Dilmen si è dimesso e i giocatori sono rientrati sotto la scorta di duemila poliziotti. I tifosi non sopportano la sconfitta, la squadra deve sempre vincere. Secondo il presidente Yildirim l’unico obiettivo è quello di essere campioni quest’anno, "altrimenti Zeman ed io ce ne andremo a casa". Adesso il Fenerbahce è al secondo posto con 11 punti, dietro al Galatasaray con 12 punti. Il Fenerbahce aveva tentato due anni fa di convincere Ancelotti, ma la risposta era stata negativa. Ai tifosi di questa squadra piace di più il risultato del bel gioco. Ci sono otto giocatori del Fenerbahce che giocano in nazionale e altri sei stranieri di buona qualità. Zeman sarà sabato a Monaco di Baviera per Germania-Turchia. Selcuk Manav POCHE PAROLE, COME SEMPRE Il tecnico sceglie lo schema-catenaccio "Non posso dire nulla, niente è ufficiale" ROMA — La prima giornata da ex disoccupato inizia tardi per Zdenek Zeman. Il tecnico boemo, che nella notte aveva gettato le basi per il contratto preliminare che lo lega per un anno alla squadra turca del Fenerbahce, esce di casa che il sole è già alto. Solita passeggiata attraverso le strade del quartiere Fleming in cui si trova la sua abitazione, solita sosta al bar che da cinque anni, da quando cioè lasciò Foggia per la capitale, è teatro delle sue colazioni. Tutto, insomma, come se niente fosse. Comprese le sue dichiarazioni. Improntate su un difensivismo che è l’esatto opposto del suo credo calcistico. "Non posso dire nulla, perché non c’è ancora niente di ufficiale. Parlerò soltanto quando avrò qualcosa di concreto da raccontare". Si fa prudente Zeman, che evidentemente vuole aspettare la firma del contratto definitivo prima di illustrare la sua nuova sfida. Ma il sorriso, più eloquente di tante parole, lo tradisce. É tornato luminoso e beffardo, dopo i mesi difficili seguiti alla mancata riconferma sulla panchina della Roma che tanto lo ha amareggiato. Proprio come ai tempi di Zemanlandia, quando il suo Foggia impertinente faceva tremare le grandi del campionato, o come quando con il suo gioco spettacolare era riuscito a sedurre prima il popolo biancazzurro e poi quello giallorosso. Un sorriso rivelatore di una realtà che, peraltro, a Istanbul nessuno più nasconde. "In Turchia dicono che sono già l’allenatore del Fenerbahce? Vedremo. Se è vero, lo saprete molto presto". Ma poi precisa: "Ho sempre detto che non avrei alcun problema a fare un’esperienza sulla panchina di una squadra straniera". Il momento è giunto. Ancora qualche passeggiata per le strade di Roma, ancora qualche colazione al bar preferito e poi, dalla prossima settimana, Zemanlandia si trasferisce a Istanbul. Stefano Cieri STUPORE A ROMA Sensi felice: "Incanterà anche Istanbul" Totti sorpreso: "Che scelta coraggiosa" ROMA — A Roma la notizia della pista turca di Zeman ha un effetto strano. Lascia incredulità, stupore, quasi non ci si crede. Anche perché in molti erano sicuri che Zeman stesse firmando per un noto club italiano. Franco Sensi, presidente della Roma che suscitò non poco scalpore con la decisione di affidare al boemo la panchina giallorossa dopo il divorzio non certo indolore del tecnico dalla Lazio, non fa fatica a sottolineare i meriti del boemo. "A lui la Roma deve il salto di qualità, l’ingresso nei club competitivi — ammetteva appena saputa la notizia —. Del resto l’avevo detto già da tempo che avrebbe trovato una squadra all’estero prima o poi. Io sono felicissimo, così ha sconfitto la noia del dolce far nulla. Zdenek è un professionista serio, senza campo non ce lo vedevo proprio. Credo che farà bene, il calcio turco lo conosco un poco visto che impegni di lavoro mi legano ad alcuni imprenditori di Istanbul impegnati nel calcio. Istanbul è una città di 12 milioni di abitanti, che vuole investire nel pallone. Sono convinto che Zeman affascinerà, col suo gioco, anche i turchi". Zeman era legato a Sensi anche da un accordo sulla parola che scadeva nel 2000. Un accordo non scritto, che Sensi ha comunque onorato. "Era un impegno morale che non potevo dimenticare, la parola d’onore vale più di mille firme non scritte e cavilli giuridici", commenta il presidente giallorosso. A Trigoria, ultima sede di lavoro del boemo, i senatori non ci sono: i nazionali sono partiti tutti, i brasiliani sono andati ad Amsterdam per giocare contro l’Olanda e gli italiani sono con il c.t. Zoff a preparare la partita in Bielorussia. Totti, invece, è a casa per curarsi la pubalgia. L’attaccante giallorosso rinnova la sua stima al boemo e la sua meraviglia per la scelta. "Io con Zeman mi sono sempre trovato bene, come del resto ora vado d’accordo con Capello. A Zeman, però, devo il lancio definitivo nel calcio che conta, la consacrazione a tutti gli effetti. I due anni con lui sono stati importanti. Ma mi stupisce il fatto che possa essere andato in Turchia, a lavorare in un campionato e con un calcio di cui, per quanto mi riguarda, so pochissimo. Quindi si tratta di una scelta coraggiosa, come del resto puoi aspettarti da un personaggio speciale come Zeman. Comunque, se devo dirvi la verità, a questa cosa crederò soltanto quando le immagini televisive mi mostreranno di nuovo Zeman in panchina, con la sigaretta tra le mani, alla guida del Fenerbahce". Gaetano Imparato Nipote di Vycpalek il suo boom a Foggia Zdenek Zeman è nato a Praga il 12 maggio 1947. Nipote di Cestmir Vycpalek, ex allenatore della Juve, si è trasferito in Sicilia, ospite dello zio, a fine anni Sessanta. Calciatore dilettante, istruttore di educazione fisica, tecnico di pallavolo: questo il curriculum dei suoi primi anni italiani. Nel calcio Zeman ha cominciato ad allenare al Palermo ( giovanili, 1981-1983). Poi la scalata: Licata (C2 e C1 1983-1986, con una promozione in C1), Foggia (C1 1986-87, esonerato), Parma (B 1987-88, esonerato), Messina (B, 1988-89), ancora Foggia (B e A 1989-1994, una promozione in A), Lazio (A 1994-1997, esonerato), Roma (A, 1997-1999, mancata riconferma). Nell’estate ’98 Zeman ha di fatto aperto il caso-doping nel calcio con una serie di clamorose dichiarazioni. |