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Notizie

27 luglio 1998. Il Coni apre un'inchiesta conoscitiva affidata all'avvocato Ugo Longo.

Doping || 27/07/1998

ZEMAN RIBADISCE L’ALLARME

Zdenek Zeman rincara le dosi ed in una nuova intervista entra un po’ più nel problema: i medicinali che non sono dopanti ma solo perché non inseriti all’ interno delle tabelle dei prodotti proibiti del CIO.

E’ ancora Mimmo Ferretti sulle pagine del Messaggero a raccontarci lo Zeman-pensiero.



dal Messaggero di martedì 28-07-1998


"Ho detto no a certi farmaci"
La Procura del Coni apre un’inchiesta: Zeman sarà convocato per chiarimenti


dal nostro inviato
MIMMO FERRETTI
PREDAZZO - Zeman e il calcio in farmacia: atto secondo. "Non mi aspettavo che una mia dichiarazione ("Il calcio dovrebbe uscire dalle farmacie", ndr) scatenasse tutte quelle reazioni. Vuol dire che c'è davvero qualcosa che non va, che è peggio di quello che pensavo...". E poi. "Vuol dire che qualcuno ha la coda di paglia". E di ieri la notizia che la procura antidoping del Coni ha deciso di "aprire un'indagine conoscitiva e di convocare il tecnico boemo per avere i dovuti chiarimenti".
Intanto a Predazzo Zeman ha insistito. "A me sembra di aver parlato, l'altro giorno, di farmaceutica e non di doping. Anche perché le sostanze dopanti si conoscono e noi sappiamo per certo che non vengono usate, altrimenti i controlli darebbero altri risultati. Se mai, va fatto un altro discorso. E, innanzi tutto, una distinzione. Ci sono sostanze che vengono definite dopanti e, pur non essendo un medico, capisco che se non si prendono non ci si dopa. Tutto, però, dipende dalle definizione che si dà a certe sostanze. Per esser più chiaro, insomma, dico che ci sono altri farmaci che andrebbero inseriti in quell'elenco. Al di là di tutto, io mi rivolgo ai ragazzi che fanno sport e a loro raccomando di non prendere alcun tipo di farmaco, perché se uno è sano non ha bisogno di prendere cento pillole a settimana e di farsi le flebo. Del resto, il discorso è semplice: dato che si presume che se uno fa sport è sano, non vedo perché debba prendere medicine. Soltanto se è malato, uno si cura; se sta bene, non deve curarsi. Si è detto: perché Zeman non ha fatto una denuncia precisa. Io non volevo denunciare niente, ho soltanto detto certe cose, ho espresso un mio parere perchè, per quello che mi arriva, so che nel calcio si usano troppi farmaci. Se fossi a conoscenza di qualche caso particolare, lo denuncerei immediatamente. E non penso di esser stato il primo a tirar fuori certi discorsi: anche in passato c'è stata gente che ne ha parlato, forse non è stata ascoltata".
Sostiene di non esser a conoscenza di casi particolari, ma allora il j'accuse di Zeman da dove nasce? Pronta la replica. "Mi sembra che negli ultimi tempi un po' tutti abbiano dichiarato che danno delle cose ai giocatori; cose che si possono dare anche ai bambini di sei anni, ma io penso che i bambini di sei anni quelle cose non le prendono. Il problema principale di molte società oggi è quello di trovare un bravo farmacologo. Io come allenatore mi rifiuto di pensare che invece di far fare due giri di campo, ad un giocatore do una pillola. Mi ripugna, questo. Se a me arrivano ogni settimana decine di depliant di case farmaceutiche che pubblicizzano questo o quel prodotto e mi viene assicurato che lo usano la squadra X e la squadra Y e che migliora di un cinquanta, sessanta per cento il rendimento, io sostengo che tutto questo non è normale. Quali squadre? Quasi tutte. Sì, quelle di serie A. Non si fa pubblicità con le squadre di C/2, se mai con quelle grandi, con quelle forti... I nomi delle case farmaceutiche non li ricordo, ma sono pronto a mostrarvi i depliant".
E ancora. "Controlli anti-doping con l'esame del sangue? Prima di arrivare ad una soluzione del genere, io credo che sia meglio prevenire che andare poi a scoprire che qualcuno ha sbagliato. Non devo dare alcun tipo di consiglio ai giocatori; se mai, invito coloro che gli stanno intorno a ragionare. Ai giovani, lo ripeto, raccomando semplicemente di non prendere farmaci perché per far sport non ce n'è bisogno".
Poi, di nuovo. "Ho letto che Fascetti avrebbe intenzione di querelarmi per le dichiarazioni dell'altro giorno, ma io ritengo che la logica non consente la querela. No, non ho ricevuto telefonate da nessun collega: mi ha chiamato soltanto mia mamma...".
C'é che ipotizza un dibattito, studi ancor più approfonditi, un confronto pubblico sul tema del doping. Per far maggior chiarezza, per una questione di trasparenza. Zeman ha una ricetta elementare. "Sarebbe bello se tutti sapessero quello che prendono gli altri, visto che si dice che è tutto lecito e assolutamente non dannoso. Invece, nessuno fa sapere chiaramente cosa dà...".