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26-27 Giugno 1999: Il Mister festeggia con Bruno Conti gli scudetti Giovanissimi e Allievi della A.S. Roma.Cronaca || 28/06/1999
E' in silenzio stampa, ma al cuore non si comanda....il Mister senza pensarci su due volte si e' recato a Catania per guardare, tifando ovviamente per la Roma, le finali dei campionati Giovanissimi e Allievi. dal Corriere dello sport di domenica 27/06/1999 Il tecnico boemo ieri ha assistito al trionfo tricolore della Roma baby ZEMAN, UNA FRECCIATA AI GIALLOROSSI "Sono venuto a Catania per vedere come si vince uno scudetto..." dall'inviato G.B. Notarianni Roma-Cesena 2-1 CATANIA - "Sono venuto a vedere come si vince uno scudetto". La battuta, intrisa di veleno, è di Zdenek Zeman, ospite atteso a queste due finali che la Roma dei giovani sta disputando a Catania. Il mister, viso bruciato dal sole e immancabile sigaretta tra le labbra, si presenta con una maglietta rossa, per tifare. Arriva a partita dei Giovanissimi già iniziata, colpa della macchina, che si è "sfasciata" (non spiega la dinamica) a Salerno. "Forse è un segno del destino" mormora sibillino ma non troppo. Le domande vengono facili facili: andrà ad allenare all' estero? "No, assolutamente". Allora in Italia, magari nel sud? "Quello lo voleva la macchina che ho sfasciato proprio là". Andrebbe ad allenare a campionato iniziato, insomma per sostituire un collega caduto in disgrazia? "Per venticinque anni ho cominciato i campionati dall' inizio, adesso perchè non provare anche questo? Non so che cosa potrebbe succedere". Pausa, tirata di sigaretta. "Ma non gufo su nessuno". Le piacerebbe stare fermo, magari per un anno? "No, a me piace lavorare".Intorno a Zeman è festa grande, lo vengono a salutare tutti i dirigenti, osservatori, genitori dei ragazzi che stanno giocando, i due Allievi che si è portato su, nel ritiro estivo dell' anno scorso a Predazzo, ovverossia Lanzaro e D'Agostino, più che affettuosi sembrano riconoscenti. Come commenta le belle parole di Totti e di Di Biagionei suoi confronti? "Sono bravi ragazzi e due bravissimi giocatori". A fine partita, con la giovane Roma che festeggia in mezzo al campo, Zeman appare felice. Allora, cosa si prova a vedere una Roma che vince lo scudetto? "Una sensazione bellissima. Peccato". dal Corriere dello sport di lunedì 28/06/1999 Le finali giovanili di Catania si sono chiuse con un altro trionfo giallorosso. Gol di Lanzaro, Padova ko ROMA BABY, FABBRICA DI SCUDETTI Sabato il titolo giovanissimi, ieri la festa degli Allievi. Col tifoso Zeman... dall'inviato G.B. Notarianni Roma-Padova 1-0 CATANIA - E due. dopo quello dei Giovanissimi, ieri mattina anche gli Allievi hanno vinto la finale tricolore contro il Padova. E la Roma si porta a casa due scudetti di categoria, impresa che sinora mai le era riuscita. Non è stata comunque un'impresa facile per gli Allievi (già vincitori di due scudetti nel 1981 e nel 1993) allenati da Bencivenga. Il Padova li ha subito aggrediti, costringendoli nella loro metà campo. Una supremazia tuttavia sterile con alcune eccezioni: al 18' quando Vianello tirava da dentro l'area piccola e Zotti faceva il suo primo miracolo della giornata respingendo con i pugni il tiro ravvicinato e violento, e al 22' quando il numero uno giallorosso tornava in primo piano togliendo dall'incrocio dei pali un pallone scagliato da Peruzzo. Due prodezze che però non scuotevano la Roma apparsa bloccata e contratta. Conti e Zeman, che curiosamente hanno seguito la partita insieme da dietro una delle due porte, lanciavano a turno consigli (e imprecazioni): nel primo tempo, con la porta difesa dal portiere patavino, a chi tra i giallorossi si presentava in attacco, nella ripresa i difensori romanisti. Una punizione di D'Agostino (al 20') per Zeman era già dentro: il pallone però sfiorava il palo. Un'azione prolungata di Morini (la solita spina sulla fascia destra) portava il peperino giallorosso ben dentro l'area, seppure un po' spostato rispetto alla porta: Conti gli urlava di tirare, Zeman ad ogni finta e controfinta borbottava: "E adesso a chi la da?", nei secoli fedele al passaggio rapido e non al dribbling (di troppo). Per la cronaca, Morini comunque tirava sul primo palo, col pallone fuori di poco. Una punizione tirata da Bonanni (al 37', per atterramento di Tulli) rompeva la pressione del Padova, che aveva cercato il gol con Peruzzo (34') e Vianello (36'). Nella ripresa, esattamente al sesto minuto, Vincivenga decideva di rivoluzionare la squadra, sostituendo il difensore laterale Magnani con Ausoni, un centrocampista, spostando Farina sulla fascia per riportare Lanzaro, il baby che Zeman ha voluto con se nel ritiro estivo a Predazzo e fatto esordire in serie A nella trasferta di Piacenza, dalla posizione di centrocampista arretrato al ruolo naturale di centrale difensivo. La mossa cambiava volto e ritmo alla squadra giallorossa che appariva più compatta e più quadrata. Così rispondeva alla pressione del Padova con improvvisi contropiedi, "Una bella ripartenza" definiva Zeman un'azione che impostata da Zamperini, proseguiva con un bellissimo passaggio di D'Agostino per Morini che per non essere da meno sbarcava in area Bonanni: quattro passaggi tutti di prima e perfetti, ma la conclusione finale era ben parata da Fanin. Bruno Conti era come disperato: "Queste sono partite che si risolvono con un episodio. Le finali spesso finiscono così" ed era evidente che temeva che il colpaccio (l'episodio) lo facesse il Padova. Invece "Brunetto", pur azzeccando la dinamica, aveva torto sul resto. Un fallo di Gastaldello (già ammonito) su Morini veniva punito dall'arbitro con una punizione ad una decina di metri dal limite destro dell'area di rigore. Bruno Conti si agitava voleva l'espulsione per doppia ammonizione. Ma Zeman, che aveva visto D'Agostino pronto a tirare la punizione e Lanzaro avanzare, annunciava: "Zitto che ora facciamo gol". La punizione di D'Agostino era pennellata per la testa di Lanzaro, quasi uno schema che già era riuscito nella finale (vinta) al torneo ad Arca di Trento e nel Derby (a casa Lazio), il centrale colpiva forte, una botta imprendibile per il portiere veneto. "Gol, gol" Zeman sottovoce e Conti (urlando) si abbracciavano. Il Padova cercava di reagire, il nervosismo tradiva Morini e Gastaldello (spintoni reciproci ed espulsione per entrambi), Zotti cercava di prendere tempo in un rinvio e si beccava l'ammonizione. In pieno recupero (quattro minuti) Zeman sussurrava: "E fischia, arbitro fischia" mentre Bruno Conti lasciava partire un'imprecazione (censura). Poi ecco la fine della partita e l'inizio del trionfo. |