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25 Luglio 2000: Intervista a Zdenek....sul ritiro, sul triangolare e...

Cronaca || 25/07/2000

Ieri, 24 Luglio 2000, il nostro Mister è stato come di consueto assediato dai giornalisti. Domande sul 'Caso Baggio'...."Uno dei più grandi talenti italiani degli ultimi venti anni", sulla rosa a disposizione, sui singoli giocatori, sul triangolare appena dispotuto, sul calcio pulito e gli "uffici finanziari" (come potevano mancare?); eccole riproposte e descritte negli articoli che seguono.



dal Corriere dello sport di martedì 25 Luglio 2000

Il tecnico boemo continua la sua crociata contro lo sport in crisi e cattivi aspetti del calcio
ZEMAN LANCIA IL MODELLO NAPOLI
"Dobbiamo riuscire a trasmettere esempi positivi anche fuori dal campo. Io difendo lo sport fatto di sacrifici. Stranieri: le squadre che ne hanno dieci non sono più italiane".


Dall’inviato Francesco De Luca

BRUSSON (Aosta) – "Ferlaino dice che il calcio italiano deve essermi grato? E’ normale che parli bene di me: sono il suo allenatore, almeno per ora…". S’alza un po’ l’angolo destro della bocca di Zeman, un sorriso del boemo nella sala stampa del Centro du Foyer, il laboratorio del Napoli. Era mancata l’ironia del boemo ed è una fortuna averla ritrovata. Oggi nel laboratorio di Zdenek il secondo test: da Inter e Parma ai dilettanti dell’Evançon. Si vedrà il 4-3-3 non visto a St. Vincent? Domenica il Napoli s’è presentato col 4-4-2, anche se Zeman puntualizza: "Era un 3-5-2. Non conosco quel sistema e non sapevo cosa dire ai giocatori. Se mi aspettavo qualcosa di meglio a St. Vincent? Di peggio. Non ho ricevuto ne’ piacevoli sorprese, ne’ delusioni". Aspettando Quiroga e Saber ("Con loro è tutto a posto") ed altri assenti (Vidigal, Nilsen e Moriero), Zeman segue tutti. "Provo e verifico. In questo momento non posso escludere nessuno, do a tutti la possibilità di farsi vedere". S’è visto il terzino sinistro Russo nei 45’ contro l’Inter. "Ha fatto cose interessanti ed a molti piaciuto", il commento di Zeman, che non esprime il suo giudizio. Ferlaino afferma che in circolazione non vi sono terzini sinistri e l’allenatore commenta: "Si dice così per tutti i ruoli: difensori centrali, esterni…Se adesso sono soddisfatto? Non vorrei ripetermi". Tutto è migliorabile: tre parole scandite fin dal primo giorno. S’è visto Russo, s’è visto Coppola. "Nella mia preparazione di base corrono anche i portieri, in altre no: questo va tenuto presente. Cercheremo di approfondire certi discorsi con la squadra, se riuscirò a spiegarmi bene. C’è chi arriva prima , chi dopo. Io ho pazienza: quando si fa il lavoro di base bisogna anche saper aspettare. Se migliorano tutti, migliora la squadra".
Dagli schemi del Napoli alle esternazioni su sport in crisi e su cattivi aspetti del calcio. Zeman sul doping: "Mi ostino su certi concetti. Lo sport è nato per trasmettere alcuni valori, poi finisce per diventare un’altra materia e quei lavori si perdono. Io voglio difendere quello sport fatto di sacrificio e doti naturali". Zeman sui valori: " Spero che il Napoli riesca a trasmetterne anche fuori dal campo e dia esempi positivi alla gente che lo segue. La positività non si misura su un guadagno di 20 miliardi, ma chiarisco che anche chi guadagna 20 miliardi può trasmettere esempi positivi". Zeman sulla crisi: "S’avvicinano le Olimpiadi, ci sono Federazioni in difficoltà economiche che rischiano di non potervi partecipare. Ricordiamolo, visto che anche il calcio è uno sport. I bambini dovrebbero poter seguire gli eventi più importanti, però oggi si vende e si paga tutto con lo sport in tv. C’è il rischio che bambini di famiglie meno abbienti non si appassionino più al calcio. E tanti calciatori provengono da quelle famiglie". Zeman sull’equiparazione tra comunitari ed extracomunitari: "Non è giusta la discriminazione e sono giuste le regole. Ma, se in una squadra italiana ci sono dieci stranieri, quella squadra non è più italiana".



dal Roma di martedì 25 Luglio 2000

Intervista| La doppia sconfitta di domenica non deprime il tecnico che lancia nuove denunce al calcio
Zeman assolve il Napoli e boccia Baggio


Dall’inviato Raffaele Auriemma

Brusson – C’è di che temere oppure è giusto così? Il Napoli terribilmente debole di Saint Vincent ha un futuro oppure rischia di restare una cenerentola per tutto l’arco della stagione? Chiederlo a Zeman significa fare un buco nell’acqua, perché il boemo non si sbilancia, non concede punti di riferimento, non stabilisce graduatorie, e chiede soprattutto pazienza: a se stesso per averla anche dagli altri. Pazienza ma soprattutto tempo, quello che l’allenatore azzurro non ha avuto per organizzare i suoi schemi di gioco prima di scendere in campo contro le corazzate Parma e Inter. Soltanto ieri pomeriggio alla squadra è stata impartita la prima infarinatura di un insegnamento tattico complicato soprattutto per chi non lo ha mai interpretato prima. Pazienza e qaulche altro rinforzo che non sia Baggio: il nome del Codino è stato brutalmente scartato dal trainer del Napoli. "Voglio una squadra che trasmetta valori e non solo sul campo di gioco", è il grido di battaglia di Zeman e col quale anche ieri ha trovato il modo di rinfrescare vecchie denunce e di proporne altre nuove. Come la regolamentazione confusa sugli extracomunitari, oppure il paradosso relativo all’impossibilità di partecipare alle Olimpiadi da parte di alcune federazioni "povere" mentre gli ingaggi sempre più elevati dei calciatori diventano un esempio negativo per i tanti giovani storditi dalle tante trasmissioni litigiose che la tv propone. E il calcio giocato confluisce sempre di più verso i network commerciali. E’ uno Zeman, come sempre, tutto da leggere.
Zeman, è possibile fare una valutazione dopo il triangolare di Saint Vincent?
"Ho detto che non potevo valutare la squadra come tale perché non abbiamo fatto niente sul piano tattico. La valutazione sarebbe stata possibile soltanto per i giocatori e ho visto che quelli della mia rosa sanno giocare tutti al calcio".
Qualche sorpresa in particolare?
"Nessuna piacevole ne’ delusioni. Per dire la verità mi aspettavo che andasse peggio. Ho impostato la squadra con il 3-5-2 e poiché sono il primo a non conoscere bene questo sistema di gioco non sapevo nemmeno cosa dire ai calciatori".
Ora si comincia a lavorare di più sotto il profilo tattico?
"Non è giusto dire di più, visto che non abbiamo fatto ancora niente…".
L’amichevole contro i dilettanti dell’Avencon si giocherà con il 4-3-3?
"Vedremo, perché le condizioni del campo di gioco non ci permettono di provare bene. Proverò a spiegare alla squadra qualcosa a voce, ma a voce è sempre più difficile che provare sul campo. L’unica cosa che vorrei è che tutti i giocatori migliorassero, così migliorerebbe tutta la squadra. Sono alla ricerca, devo provare tutti e oggi non posso escludere nessuno perché non conosco ancora qual è la realtà: sono qui per capire. Ma io ho pazienza, non ho fretta, quando si fa la base bisogna andarci piano".
I giovani, qualcuno si è emozionato altri sono stati pieni di iniziativa.
"E’ normale ai primi impatti, c’è chi li supera in un modo chi in un altro".
Di Russo cosa ne pensa?
"A molti è piaciuto, ha fatto cose interessanti. E sono contento che a molti è piaciuto. Spero che poco alla volta possano piacere tutti…".
Ferlaino dice che il ruolo di terzino sinistro è difficile da reperire a livello mondiale?
"Di solito si dice così di tutti i ruoli. Non ci sono terzini destri e sinistri, non ci sono difensori centrali…".
Che ne pensa di Baggio?
"E’ un bravo giocatore, uno dei talenti più grandi che ha avuto l’Italia nell’ultimo periodo. Ma ho letto da qualche parte che Zeman sarebbe stato d’accordo al suo acquisto: Zeman non ha mai detto che è d’accordo perché, da quello che so e da quello che ho suggerito, abbiamo altri obiettivi".
Non è un giocatore da Napoli?
"Noi abbiamo altri obiettivi. O meglio, io personalmente…".
Altri obiettivi in altri zone del campo?
"Diciamo che io ho altri obiettivi…".
Ma stanno per arrivare rinforzi?
"Con Saber e Quiroga dovrebbe essere tutto a posto".
Ferlaino dice che il calcio italiano le deve molto.
"E’ normale che parli bene di me perché io sono il suo allenatore. Almeno per ora…".
A proposito del discorso sulle farmacie, qualcuno dice che lei non si vuole arrendere ad una nuova realtà che è normalissima in tutti gli sport e che lei si ostina a non voler accettare.
"Sì, è vero mi ostino. Perché lo sport è nato con certi valori che se non riesce a conservarli diventa un’altra materia e, quindi un’altra cosa. Siccome mi piace lo sport cerco di difenderlo".
Ma il ciclismo è perso sotto questo punto di vista?
"Non è un discorso solo del ciclismo. Se una volta certi atleti erano esempi positivi perché avevano certe doti, oggi questa cosa sta cambiando".
Quando dice "Vorrei che la mia squadra non trasmettesse solo dei valori tecnici ma qualcosa in più", a cosa si riferisce?
"Spero che riesca a comportarsi in maniera positiva anche fuori dal campo, che dia esempi positivi alla gente che ci segue. Oggi chi guadagna 20 miliardi non è un esempio positivo. Ma non è detto che chi prende 20 miliardi non sia uno positivo: è il concetto che è sbagliato".
C’è un modo per fermare l’escalation contrattuale?
"Non lo so. Ma non è un problema di fermarli bensì di osservare quello che accade. Quando sento dire che molti sportivi e molte federazioni non hanno i soldi per partecipare alle Olimpiadi allora ti chiedi lo sport cos’è e il calcio a cosa appartiene. Quindi torniamo al discorso che ho già detto…"
Cioè quale?
"Che oggi per fare appassionare i bambini per tirarsi dietro la gente si pensa che basti fare un po’ di polemica in tv. Io penso che sarebbe più bello far vedere ai bambini gli eventi più importanti. Oggi si vende tutto, tutte le manifestazioni importanti sono solo a pagamento e penso ai tanti bambini le cui famiglie non se lo possono permettere: le stesse famiglie dalle qual provengono tanti calciatori. Se non vedono il calcio gratis, non se lo possono comprare ed è difficile che ce li ritroveremo dopo. E il discorso non riguarda solo il calcio ma tutto lo sport. Oggi non si vede più il tennis se non lo paghi, la pallavolo se non la paghi, il basket se non paghi…".
E dell’abbattimento della regola sugli extracomunitari?
"C’era confusione dall’inizio e c’è ancora. Non è giusta la discriminazione ma servono delle regole precise. E’ troppo brutto che una squadra italiana venga rappresentata da dieci stranieri: non è più una squadra italiana…".
 

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Intervista - 28 Marzo 2000  
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