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Intervista a Mister Zeman sulla Gazzetta dello Sport

Cronaca || 30/04/2009

«Inter, senza gioco in Europa non vinci»
Zeman a tutto campo: «In campionato non c' era competizione. La Roma ha fallito: ha una rosa inferiore soltanto ai nerazzurri»
ha detto 
su Mourinho Si è rivelato un comunicatore eccezionale, ma il gioco... 
sul calcio italiano I modelli sono Genoa e Udinese. Gasperini e Marino meritano una grande 
su Conte Fa giocare la sua squadra a calcio. Il suo Bari mi ricorda un po' il mio primo Foggia
sulla Juve Il 2° posto sarebbe un traguardo super. La rosa è inferiore a Inter, Roma e Milan.

Ormai parla poco ma, quando decide di esporsi, lo fa sempre a modo suo. Mai banale, sempre pungente, Zdenek Zeman lancia messaggi diretti, talvolta anche esternazioni che provocano il piacere dell' interpretazione. Il boemo accetta di compiere un lungo viaggio intorno al calcio italiano. Di tutto, di più.

Zeman, lo scudetto sembrava assegnato. Ora l' Inter rischia qualcosa? 
«La squadra di Mourinho ha fatto corsa a sé sin dalla scorsa estate. Non c' era competizione; gli altri club hanno partecipato a un altro campionato. Troppo forte l' Inter, per abbondanza di scelte tra le soluzioni alternative e anche per qualità dei cosiddetti titolari».

Quindi, il Milan non ha speranze di agganciare i nerazzurri? 
«No. E il Milan rischia di non arrivare secondo: ha il calendario più difficile rispetto alla Juventus. Per i bianconeri, il secondo posto sarebbe un traguardo eccezionale! Perché, per ricchezza e qualità della rosa, reputo la Juventus inferiore a Inter, Roma e Milan».

Quest' anno quale squadra italiana ha proprio fallito? 
«La Roma, perché doveva lottare per lo scudetto. Ha fallito, non solo per il netto peggioramento rispetto alla classifica dello scorso campionato, ma anche per l' involuzione del gioco, che pure Spalletti aveva saputo proporre a certi livelli negli ultimi anni. Non credo che la causa "scatenante" sia la limitata disponibilità economica dei Sensi. La rosa della Roma è inferiore solo all' Inter».

Come mai l' Inter domina in Italia e stenta in Champions? 
«Manca la mentalità. Mourinho è partito col progetto del 4-3-3 ma, strada facendo, l' ha abbandonato. Evidentemente, per caratteristiche dei singoli, la squadra è più efficace con altri moduli: si è privilegiato solo il risultato. Invece, quando ti confronti con club europei, il gioco conta, eccome».

Quanto ci sarebbe di Mourinho nello scudetto dell' Inter? 
«Dico solo che il portoghese si è rivelato eccezionale comunicatore. Ma l' Inter avrebbe potuto dominare anche sul piano del gioco».

Considerate le scelte di Mourinho, gli investimenti per Quaresma e Mancini si sono rivelati pesantissimi «flop». 
«Magari incide poco, visto che Moratti mai ha badato alle spese».

A un allenatore straniero che vorrebbe studiare un «modello» calcistico italiano, quale club consiglierebbe? 
«Genoa e Udinese. Gasperini e Marino meriterebbero di cimentarsi in una "grande". Gasperini ha firmato la più bella espressione di gioco in questo campionato; fa ancora in tempo per recuperare sulla Fiorentina nella corsa Champions. Marino si è confermato, anche se l' Udinese ha una classifica più "povera" di quanto meriti».

Sul piano tattico, chi ha portato novità? 
«Già detto di Gasperini e Marino, sto ammirando Conte. Tutti e tre propongono gioco, in una realtà nella quale quasi tutti i tecnici puntano solo a non far giocare gli avversari. Più di tutti, Conte fa giocare la propria squadra al calcio. Fa il 4-4-2 o il 4-2-4? Io vedo il suo Bari schierato col 4-3-3, perché Guberti è un esterno offensivo che si allinea alle punte Barreto e Kutuzov. E poi Perinetti e Conte hanno avuto il coraggio di scommettere anche su "quasi sconosciuti". Sì, il Bari mi ricorda un po' il mio primo Foggia, quando io e Pavone pescavamo in serbatoi inesplorati».

Tra i nuovi arrivati in A, le piacerebbe allenare qualche straniero in particolare? 
«Zarate e Asamoah: hanno qualità straordinarie. Ma tengo sempre d' occhio Di Vaio, 21 gol nel Bologna. Uno in più rispetto a Ibrahimovic».

Intanto, all' estero esplodono talenti italiani, come Macheda. 
«Alt. Non esageriamo, sull' onda dei gol segnati da Macheda. Vediamo se diventerà un campione. Ora non giocherebbe mai nella A italiana. E nei settori giovanili ci sono tanti ragazzi che aspettano solo allenatori che abbiano il coraggio di farli esordire. E' la mentalità che manca, qui in Italia: nessuno scommette sui giovani. D' altra parte, Santon avrebbe mai debuttato nell'Inter, se non ci fossero stati certi infortuni? E il Lecce, per parlare di una realtà che ho conosciuto, dopo aver lavorato benissimo per la valorizzazione, ha abbandonato quella strada, cancellando praticamente il vivaio. Senza giovani, il Lecce ha conquistato, sì, la A: ma ora su cosa poggia il suo futuro?».

Lo scandalo calcio non c' è più, eppure gli arbitri sbagliano ancora tanto. 
«Ma non ci vedo malafede. Al limite, riscontro la solita sudditanza verso i grandi club: c' è stata e ci sarà sempre. E' umano, invece, che gli arbitri sbaglino, come capita a giocatori, allenatori e presidenti».

La Lega sta per mollare Matarrese e scegliere Beretta. 
«E' la conferma che il calcio-business ha bisogno di manager. E in questo calcio, sempre più business, il gioco ne risente».

Zeman tornerà ad allenare? 
«Se una società mi consentirà di lavorare secondo i miei criteri, andrò di nuovo in pista. Non farei questioni economiche, anche se poi peserebbe il fatto che, guardandomi attorno, mi considero sempre il più bravo. Sono fatto così. E ogni tanto penso che sino a 10 anni fa ero stimatissimo anche dai più forti club europei. La mia carriera poi è stata condizionata, ho dovuto lavorare ad handicap. E vi garantisco che, 10 anni fa, non sono rimbambito all' improvviso».

 di Giuseppe Calvi dalla Gazzetta dello Sport del 30 Aprile 2009.

 
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