Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.
Zdenek Zeman - Official web site
DICCI LA TUA DOWNLOADS | VIDEO | FOTO
CERCA
Versione Stampa
Notizie

24 Giugno 2000: Zeman parla della Nazionale Italiana...ed è tragedia.

Cronaca || 24/06/2000

Avrete sicuramente seguito le polemiche e le discussioni avvenuti durante il programma di Biscardi! Eccovi la pietra dello scandalo....Zeman ha osato parlare della Nazionale Italiana!!
Così, per curiosità, vi abbiamo riportato l'articolo che Zdenek ha scritto su Rigore....ora sta a voi giudicare...



da Rigore n 24 di venerdì 23 Giugno 2000

L’Italia è una squadra passiva ma tanto conta solo il risultato


di Zdenek Zeman

Gli Europei li trovo divertentissimi. Anche perché li seguo con la telecronaca della Gialappa’s band. Dal punto di vista del gioco invece mi divertono un po’ meno, anche se ogni partita ha offerto spunti interessanti. Ci sono stati molti gol spettacolari, il che non guasta, e alcuni errori arbitrali che hanno fatto discutere. Ma quelli, si sa, fanno parte del gioco.
In base a quanto visto fino ad oggi, volendo semplificare, potremmo dividere le squadre che sono scese in campo in due gruppi. Il primo formato dalle formazioni attive ed aggressive, quelle cioè che per atteggiamento tattico e per cultura calcistica cercano di fare la partita, imporre il proprio gioco, pressare alto e "invadere" la metà campo avversaria. Tra queste ci sono sicuramente la Francia e l’Olanda. Il secondo gruppo è invece quello delle squadre attendiste, che a loro volta possono essere suddivise in attendiste attive e passive. Quelle attive sono le squadre che mantengono il possesso palla, costruiscono il gioco anche con i difensori e cercano di colpire al momento opportuno, fra queste: il Portogallo (che in alcuni momenti meriterebbe di passare tra le attive e aggressive), la Jugoslavia e la Romania. Quelle passive sono invece le formazioni che rinunciano alla costruzione, si difendono e sfruttano le ripartenze grazie alle grandi individualità che posseggono. L’Italia ne è un tipico esempio. Ci sono poi ovviamente le squadre attendiste passive non per scelta ma perché costrette a subire dagli avversari che si dimostrano più forti, e in questo gruppo possono rientrare di volta in volta tutte le squadre.
Non c’è nessuna critica o vena polemica in questo mio giudizio. C’è un traguardo da conseguire, la vittoria del torneo, e ognuno sceglie il modo che ritiene più congeniale per raggiungerlo.
L’Italia - Tre partite, nove punti. Il gioco di Zoff finora dà i suoi frutti. Contro la Turchia era importante vincere. Lo si è fatto, con merito. È vero che la vittoria è venuta grazie a un rigore regalato, ma la squadra aveva complessivamente giocato meglio degli avversari e creato di più. Contro il Belgio la vittoria è stata più sofferta. A parte 10 minuti, di cui cinque iniziali, l’Italia ha subìto gli avversari. Più per merito altrui che per scelta. Parlando della partita contro la Svezia non si può prescindere dal fatto che la gara non aveva più alcuna importanza per l’Italia, con tutto il calo motivazionale che ne consegue. Detto questo, gli azzurri hanno portato a casa un’altra vittoria dopo aver rischiato concretamente la sconfitta.
La qualità individuale - Molti si stupiscono che l’Italia possa soffrire contro altre squadre, magari di minore tradizione rispetto a quella azzurra, perché sono convinti che qualitativamente gli italiani siano i migliori. Io ne comincio a dubitare fortemente. La Nazionale è formata infatti da giocatori che, nella maggior parte dei casi, nei propri club sono considerati meno importanti e decisivi di altri, guarda caso stranieri. Allora mi chiedo: ma se nella Juventus, nell’Inter, nella Lazio, nel Milan e via dicendo i giocatori migliori sono di un’altra nazionalità perché poi quando giocano le Nazionali molti sostengono che l’Italia sia qualitativamente più attrezzata degli avversari? I paesi esportatori di giocatori saranno sempre più avvantaggiati rispetto a quelli importatori. Perché oltre ad avere a disposizione i giocatori che vanno a giocare all’estero, hanno modo di far crescere e mettere alla prova nuovi talenti nei propri campionati.
Le scelte - Molti vorrebbero vedere in campo due punte e un trequartista. Non credo sia possibile, per una questione di mentalità. E poi chi cambierebbe un modulo che ha fornito tre vittorie su tre? Altro argomento di discussione è l’abbinata Totti-Del Piero. Personalmente li ritengo perfettamente compatibili. Gli equilibri non riguardano mai due giocatori soli, ma tutta la squadra. Per quanto riguarda il ruolo di centravanti, sia Inzaghi che Montella sono due grandi giocatori, ma io calcisticamente parlando ho più simpatia per il romanista.
Sacchi e Superdino - Sacchi ha espresso delle opinioni e questo non credo sia un reato. Dice che l’Italia non ha un gioco eccezionale. Sfido a sostenere il contrario. Zoff è stato criticato a lungo, adesso invece è tornato ad essere Superdino. Questo è il calcio, quando a contare è soltanto il risultato.
La partita più bella - Inghilterra-Portogallo. Dopo quindici minuti, sul due a zero per gli inglesi, sembrava finita. Invece il Portogallo ha preso in mano la partita, ha rimontato e meritato di vincere. Hanno accusato l’Inghilterra di aver lasciato troppo spazio agli avversari. Io credo che sia stato bravo il Portogallo. Non è mettendo un uomo su Rui Costa e uno su Figo che si risolvono i problemi. Non mi risulta che nel campionato italiano e in quello spagnolo i due non siano marcati, eppure sono ugualmente decisivi.
La Repubblica Ceca - Molti l’hanno definita una delle sorprese dell’Europeo. Mi risulta difficile definire sorpresa una squadra che nelle qualificazioni aveva vinto 10 partite su 10 segnando 25 gol e subendone 5. Piuttosto io mi aspettavo che andasse avanti. È stata sfortunata ad incrociare Francia e Olanda. Il girone D era senz’altro il più difficile. In tre partite la Repubblica Ceca ha sbagliato, come atteggiamento, solo il primo tempo contro l’Olanda. Ma gli è costato caro.
Consigli per gli acquisti - Tomas Rosicky, centrocampista ceco, un ottimo giocatore. Certo a giudicarlo solo dall’Europeo qualcuno potrebbe avere dei dubbi, ma chi lo ha seguito tutto l’anno può confermare che questo ragazzo di 19 anni è un grandissimo talento.
 

Biografia
Carriera
Tattica
Frasi Celebri
   
Numeri  
   
INTERVISTE
Intervista - 28 Marzo 2000  
Intervista - 11 Marzo 2002  
Intervista - 28 Marzo 2005  
   
NOTIZIE
Cronaca  
Comunicati  
Doping  
Notizie  
   
Home | Credits | Links | Contatti | Official Web Site | Web staff | Privacy | Cookie Policy

Eng.