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13 Giugno 2000: Zeman al Napoli?.......a Giovedì l'ardua sentenza! Intanto eccovi l'iter seguito per far approdare(?) Zdenek sui lidi partenopei

Cronaca || 13/06/2000

Cronistoria dell'arrivo di Zdenek al Napoli...interviste, trattative, opinioni, tutto quello che vorreste sapere e che fino ad oggi non vi avevamo 'detto'.



da Il Messaggero di Lunedì 29 Maggio 2000

IL MERCATO-ALLENATORI

Zeman, ipotesi Napoli: decide Moggi
Mazzone verso la Fiorentina, mentre il Perugia si affida all’incognita Cosmi (Arezzo)


ROMA - Poche le certezze. Come, ad esempio, la conferma di Capello sulla panchina della Roma. E poi? Ipotesi, chiacchiere, bugie. In pochi sanno, ad esempio, chi sarà il sostituto di Trapattoni sulla panchina della Fiorentina: Cecchi Gori vorrebbe Zeman, ma da più parti gli stanno suggerendo di lasciar perdere il boemo e prendere Mazzone. Questi ha già detto “no" al Torino, che vuole licenziare Mondonico dopo l’ennesima stagione fallimentare.
Mazzone, però, è ancora vincolato con il Perugia, ma il sor Carletto sta trattando la sua “libertà" con Gaucci. Il Perugia, una volta perso Mazzone, si butterà anima e corpo su Serse Cosmi, un perugino che ha fatto (e sta facendo) la fortuna dell’Arezzo. Scelta rischiosa, ma coraggiosa. In linea con lo stile Gaucci.
I confermati, oltre a Capello: Fascetti a Bari, Guidolin a Bologna, Lippi all’Inter, Ancelotti alla Juventus, Eriksson alla Lazio, Cavasin a Lecce, Zaccheroni al Milan, Colomba alla Reggina e De Canio all’Udinese. E poi? Ulivieri, retrocesso con il Cagliari (in Sardegna arriverà Bellotto, oggi al Treviso), potrebbe approfittare dei dubbi di Cecchi Gori: Mazzone o Zeman? Lo stesso Zeman ha estimatori infiniti a Napoli, ma a Napoli è di casa Luciano Moggi, quindi... Novellino, oggi al Napoli, resterà in serie B, probabilmente a Piacenza. Una scelta economica, oltre che di vita. Lui sa che fra i cadetti è il più bravo (ma ha fatto bene anche in A), quindi sfrutta fino in fondo le sue qualità. Un discorso più o meno simile potrebbe farlo Reja, che ha portato in A il Vicenza: potrebbe spostarsi a Venezia. Prandelli, l’allenatore-rivelazione del campionato, ha offerte da mezza Italia (Venezia compresa), ma nessuno si è fatto avanti in maniera concreta. Difficilmente lui resterà a Verona, dove comanda Pastorello.
Il Parma dovrebbe esser affidato ancora a Malesani, ma non sono esclusi colpi di scena. Perché il tecnico veneto ha, praticamente, fallito. Uno come Ranieri, ad esempio, resterà ancora a spasso? L’allenatore romano è reduce dall’esperienza di Madrid (Atletico), ha di nuovo entusiasmo per ricominciare la sua avventura in Italia. Per lui, nei mesi passati, s’era parlato della panchina del Milan, poi il tandem Berlusconi-Galliani ha deciso di confermare Zaccheroni, che ha portato la squadra rossonera in Champions League. Roberto Mancini, è noto, sarà il “secondo" di Eriksson alla lazio. E Vialli? Un’altra stagione in Inghilterra, poi il ritorno in Italia. Forse alla Juventus.
Fra i cadetti, certa la conferma di Vavassori (Atalanta) e Ventura (Sampdoria), così come quella di Bolchi (Genoa).



da Il Mattino di Giovedì 1 Giugno 2000

Zeman: Napoli tornerai grande


di Francesco Marolda
Tutto s’aspettava, Zdenek Zeman, tranne d’essere atteso a Fiumicino, al rientro da Praga, da una sciarpa azzurra. Azzurro-Napoli, stavolta. Sorpreso, ma anche divertito il tecnico scelto da Corbelli e Ferlaino per la prossima stagione. Del resto era già ben al corrente del «rumore» che aveva provocato la notizia del suo ingaggio. Ma il campionato è ancora in corso, il Napoli deve ancora mettere le mani sugli ultimi tre punti - quelli decisivi - e al di là degli impegni già presi con il club, cosa di non poco conto, c’è da rispettare Novellino. Il quale sta felicemente portando a compimento il suo mandato. Insomma, com’era scontato, ammissioni zero davanti ai taccuini e alla telecamera della napoletana Tcs.
«Spero di ricominciare presto», dice. Magari anche per cancellare dalla mente quell’esperienza turca (tre inutili mesi al Fenerbahce) che, forse non avrebbe mai dovuto fare. Eccolo, dunque, Zeman, pronto a rituffarsi nel nostro campionato. Ricominciando stavolta dalla panchina azzurra. «Il Napoli? L’ho seguito, certo. È una di quelle squadre che chi fa il nostro mestiere non può non tenere d’occhio».
E Zeman al Napoli Zeman cosa pensa? «Non saprei proprio. Non posso giudicare perchè non c’è ancora nulla di definito», dice, provando ad accreditare un discorso appena accennato e nient’affatto chiuso.
È il gioco delle parti che l’impone. Ma, in verità, la parte gli si addice poco, visto che un po’ si scioglie quando gli si racconta dell’ultimo San Paolo ribollente di gente e di passione. «Deve essere stato uno spettacolo stupendo. Il pubblico - spiega - nel calcio resta un fattore assai importante».
Già, ma il Napoli, col suo pubblico e le sue potenzialità potrà rivendicare di nuovo un ruolo e un posto tra le grandi? Sarà pure scontata, la risposta, ma Zeman non nega nulla alla speranza. «Sì - dice, infatti -. Credo che a Napoli e nel Napoi ci siano i presupposti perchè la squadra torni nel giro buono. Oggi in Italia - spiega - ci sono soltanto sei-sette squadre che lottano per la Champions League e per la Coppa Uefa. La mia speranza è che alle spalle di questo gruppo s’inseriscano altre squadre».
Zeman, si sa, non è un gran parlatore. Lui spesso dice e racconta coi silenzi. Con quelle nuovole di fumo dentro e dietro le quali nasconde i suoi pensieri. «Ci sono club che hanno pensto a me? Bene, la cosa mi rallegra. Vuol dire che è stato apprezzato il lavoro fatto sino a ieri».
Un lavoro che, nonostante la carriera lunga, s’è sviluppato tra il Centro e il Sud d’Italia... «E va bene così - replica l’allenatore -, perchè al sud c’è entusiasmo e si lavora bene».
E in quanto a «lavoro», Zeman, è chiaro, anche a Napoli resterà fedele al suo disegno: il 4-3-3. «Nella vita - dice - si può sempre cambiare, ma sino ad oggi questo modello tattico mi ha dato risultati». Il che, è evidente, vuol dire che il prossimo Napoli andrà nel solco della tradizione zemaniana. Tradizione fatta anche di posizioni chiare, nette, anche se a volte aspre. Come, ad esempio, la polemica su un calcio che l’allenatore vedeva praticato non soltanto in campo, ma anche nelle «farmacie».
«Le polemiche appartengono al passato. E poi bisogna anche capire con chi ho polemizzato», butta là Zeman, magari dando anche un taglio allo scontro aspro con la Juve e con Luciano Moggi. Non fosse altro che per il fatto d’aver trattato il suo ingaggio napoletano anche con Alessandro, discendente diretto di don Luciano e consulente di mercato di Corbelli e Ferlaino.
Tornato da Praga, anche se non ufficialmente, Zeman si metterà subito al lavoro. Rapporti stretti soprattutto con Pavarese e Moggi jr. Toccherà a loro, infatti, trasformare in contratti le indicazioni del nuovo allenatore.

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«Il boemo non ci turba»

di Francesco Marolda
Una volta per tutte bisognerebbe mettersi d’accordo. La domanda, nient’affatto originale, è la seguente: le voci di mercato influenzano, fanno torto, danno fastidio - in un una parola sola -: turbano giocatori e squadre intere impegnati, magari, ancora a rincorrere un traguardo?
Prendiamo una squadra a «caso»: il Napoli. E un nome altrettanto a «caso»: Zeman. Bene, né il club né, tantomeno, il tecnico boemo possono confermare che per la prossima stagione è già praticamente tutto fatto, ma intanto - e come potrebbe essere altrimenti - non si parla d’altro. Quasi che il Napoli non avesse ancora bisogno di tre punti in due partite per far festa a se stesso e alla promozione.
Ed ecco, quindi, la domanda più particolare: alla vigilia della gara di Pistoia, questa storia di Zeman prossimo allenatore azzurro al posto di Walter Novellino crea turbamento in chi deve andare in campo? È una turbativa? Crea o può creare dei problemi?
Giorgio Corbelli non ha dubbi. «È una turbativa, non v’è dubbio», dice. «Ma non si può evitare. E il discorso - aggiunge - è generale, riguarda tutti i club. Non c’è squadra che di questi tempi non debba fare i conti con liste di arrivi e di partenze».
E allora? «Allora niente. Questo è il calcio e il problema resta». Insomma, a Corbelli non ha fatto piacere veder scoperti i piani tecnici della società prima ancora della conquista ufficiale della promozione e anche prima dell’addio «regolare» a Novellino. La cosa, questo il pensiero di Corbelli, potrebbe procurare «guasti» nel momento clou della stagione.
Ma chi va in campo non sembra dello stesso avviso. A cominciare dall’allenatore. Quello d’oggi. Quello che c’è ancora. Novellino, anzi, ci scherza su. Ma mentre scherza chiede alla squadra di chiudere domenica, a Pistoia, il discorso-promozione. Insomma, il Napoli che gioca non abbassa la guardia. Ma neppure finge di non sapere, non capire, non sentire e neppure leggere. Anzi, mai come in questi giorni di «arrivi e partenze» i giornali sono divorati.
«No, le voci di mercato, anche quelle che riguardano l’allenatore non compromettono la tranquillità del gruppo - afferma Stefan Schwoch -. Zeman al Napoli e Novellino al Piacenza? Leggiamo tutti. Ma siamo professionisti e sappiamo che il calcio così va. Del resto andava così anche in passato. L’unica differenza è che oggi i media fanno rimbombare di più certe notizie. E poi c’è il Napoli di mezzo. Logico che il mercato del Napoli faccia più notizia e più clamore di quello che magari accade al Chievo».
Anche Stellone è dello stesso avviso. Anzi, la «torre» dell’attacco azzurro - tra il serio e il divertito - dà addirittura una lettura positiva di tutto quanto sta accadendo. «Le voci di mercato - dice - sono cominciate un paio di mesi fa. E, sarà stato un caso, da un paio di mesi il Napoli ha cominciato ad andar forte. Ora - scherza Stellone - non voglio dire che queste cos fanno addirittura bene, però posso affermare che al Napoli di sicuro non hanno fatto male».
E visto che Zeman gioca col tridente, ecco Bellucci, terza punta azzurra. E a conferma che il discorso non lo turba affatto, l’attaccante che entra e fa gol, pur rinnovando stima e affetto a Novellino, parla diffusamente del nuovo allenatore. «Non so se sia lui - spiega -, ma se quello che leggo è vero, credo che per il Napoli sarebbe un buon allenatore. Zeman non è assolutamente l’ultimo arrivato. Anzi, ha alle spalle esperienze eccellenti. Ha dato il via alla lunga e felice stagione della Lazio e anche quando è stato alla Roma il suo calcio è stato spettacolare. La gente restava allo stadio sino al fischio finale perchè nulla era scontato».
E c’è dell’altro. Dell’altro che riguarda da vicino proprio gli attaccanti. «Per un attaccante - afferma Bellucci - giocare con Zeman è il massimo. Prova ne è che in pochi hanno fallito. Anzi, potrei dire che chi ha giocato con lui ha sempre fatto bene».
Concludendo: l’ombra di Zeman che già s’allunga sulla panchina azzurra non turba affatto il Napoli che gioca.

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Con lui allo stadio nessuno si annoia

di Pietro Gargano
Premessa ovvia: Walter «Monzon» Novellino meriterebbe di restare lì, a sudare e a dimenarsi in panchina. E invece, a quanto pare, se ne andrà e nel valzer di silenzi e ipocrisie fra lui e la società non si capisce chi abbia più torto.
Una vicenda del genere Znedek Zeman non l’avrebbe sopportata a bocca chiusa. Per qualche attimo avrebbe rinunciato alla sigaretta per dire ciò che pensa in poche distinte parole. Ecco un primo motivo per dargli il benvenuto, se davvero verrà: il boemo ha gli attributi, ciondoli di questi tempi poco utilizzati. L’ha dimostrato anche nella vicenda impropriamente detta del doping, quando ha detto ciò che tutti sanno - nell’Italia del pallone a cento all’ora girano troppi farmaci, e fanno male - e però tutti negano indignati. Medesimo stile ha tenuto quando, con rappresaglia tardiva e non dichiarata, l’Italia del pallone gli ha sbarrato le porte per mandarlo emigrante in Turchia.
Secondo elemento a favore: per fare ciò che rumina nella testa, Zeman non ha mai avuto bisogno di campioni miliardari, ma di calciatori seri. Ricordate il Foggia degli scorridori? Ricordate la prima Lazio? Corbelli si è già svenato per comprare scrivania e impianti, solo tre-quattro vincite al Superenalotto potrebberlo spingere a una campagna acquisti dispendiosa. E Zeman ha dimostrato di saper togliere le spine a una rosa non eccezionale. Come pochi sa tenere unito lo spogliatoio, almeno finché c'è: chi ha sparlato di lui, l’ha fatto quando era partito.
Terzo elemento: con lui allo stadio non ci si annoia. È il pregio che gli è costato più critiche, poiché le sue squadre possono fare quattro gol e ogni tanto prenderne altrettanti. Mi sembra la virtù decisiva. Nel calcio del teleschermo e degli stati semivuoti, solo Napoli corre al San Paolo, perché ha nostalgia delle finte di Maradona che facevano squagliare il sangue nelle vene. Questa folla vuole divertirsi, Zeman pure. Il Napoli certo non punterà alla vittoria finale - nonostante l’amicizia dei Moggi - e un campionato quieto dà più sfizio se spesso si gonfia la rete. La filosofia di Zeman, finto taciturno, è proprio questa. E la gente di Napoli sa che il tempo dei pazziarielli è finito.



da il Messaggero di Martedì 6 Giugno 2000

L’arrivo di Zeman (”Il miglior allenatore possibile” dice Corbelli) apre nuovi orizzonti
Napoli ora sogna: Europa subito


di Francesca De Lucia
NAPOLI - L’Europa, subito. Corrado Ferlaino non ha proprio voglia di smettere. Anche se il più anziano dirigente della serie A (titolo che da oggi torna a spettare all’ingegnere) dovrà dividere il suo giocattolo col neofita Giorgio Corbelli. «Il prossimo obiettivo del Napoli? La zona Uefa» è la risposta a chi, consumata la notte dei brindisi, lo invitava di nuovo a sognare. Dieci anni dall’ultimo scudetto, il secondo, anni luce nel calcio che cambia: riposizionarsi subito dietro "le grandi", in quella sorta di A2 che può affacciarsi in Europa, può sembrare follia. Certo, ci sono i diritti televisivi, che il Napoli in virtù della sua sconfinata platea vorrà ridiscutere con Telepiù, e l’idea di un canale tematico, il marketing che vola... ma soprattutto c’è il denaro fresco di Giorgio Corbelli, cento miliardi la prossima tranche in arrivo, motore del piano "triennale" annunciato subito dopo l’ingresso in società del re delle televendite che dal 1 luglio sarà anche presidente. E c’è un nome di quelli che, piaccia o no, spostano subito i riflettori su una piazza assetata di spettacolo: quello di Zeman.
«E’ stata una promozione bella quasi come uno scudetto» ripete Ferlaino che signorilmente non vuole ancora parlare di un futuro che è già adesso. «Aspettiamo almeno che finisca il campionato. Novellino? E’ il tecnico con il quale sono andato maggiormente d’accordo in 31 anni» Di Zeman. «Il miglior allenatore possibile» ha invece parlato subito Corbelli. La firma dovrebbe arrivare in queste ore.
Chiuso con una settimana di anticipo il campionato (per la matematica promozione acquisita battendo la Pistoiese), a Napoli non è più proibito parlare di mercato: il direttore sportivo Luigi Pavarese, un altro ritorno, e il consulente di mercato Alessandro Moggi hanno ora il compito di rivoluzionare la squadra operaia di Novellino, il gruppo che ha appena conquistato la promozione.
«Chi sceglierei tra Baggio e Zola? - scherza Ferlaino - hanno caratteristiche simili, ma probabilmente nessuno dei due». A Zeman pare invece piacerebbe molto l’attaccante David di Michele, della Salernitana, il gioiellino del presidente Aliberti che però potrebbe abbassare li pretese per fare un piacere all’amico Zdenek. Altri nomi, per adesso in libertà, quelli del centrocampista turco Seroth, di Pecchia, Bachini e, per la difesa, quello dell’altro ex Colonnese, e ancora Fresi, Coco, Mendez. A Napoli intanto dovrebbero entrare ufficialmente in questi giorni anche altri due collaboratori, entrambi ex calciatori, personalmente legati al futuro presidente del Napoli Giorgio Corbelli: Alessandro Altobelli e Giuseppe Galderisi. Quest’ultimo era presente in tribuna a Piacenza. «Sono campano (è originario di Salerno, ndr) e quindi sarei doppiamente orgoglioso se Corbelli mi chiamasse» ha detto l’ex attaccante. «Anche gli astri conforterebbero le speranze "europee" di Ferlaino: «Il Napoli è nato sotto il segno del Leone - spiega Riccardo Sorrentino, l’astrologo di "Goleada" su Tmc che aveva previsto già un anno fa la promozione del Napoli - un segno che sta per superare il periodo negativo». Fervono i preparativi per le celebrazioni ufficiali al San Paolo, domenica prossima, in occasione dell’ultima gara di campionato contro il Genoa: già 45 mila i biglietti venduti.



da Il Mattino di Giovedì 8 Giugno 2000

Corbelli: «Io, Zeman e la A»


di Francesco Marolda
Un mese. Gli è bastato un mese per diventare un po’ napoletano. E, poi, da fresco napoletano per capire qual è il rapporto della città col calcio.
«Inimmaginabile», dice Giorgio Corbelli, l’altra metà del Napoli. E lo dice con aria soddisfatta. Con animo felice. Anche perchè la città, la gente, il tifo l’ha subito accolto con fiducia e simpatia. «Un rapporto andato già al di là d’ogni attesa. In positivo, s’intende», spiega il patron di Telemarket, diventato anche mezzo patron del Napoli. Mezzo patron, non ancora presidente, eppure già operativo. Anzi, già decisivo nelle scelte strategiche del club.
Perchè - prima domanda - Zeman l’ha scelto lei: è così, egregio futuro-presidente?
«Smentisco. Smentisco nella maniera più assoluta. Primo: perchè le scelte tecniche non sono di mia competenza. Poi, perchè vengo da un altro sport e non ho la preparazione e la capacità per fare certe scelte».
Scusi, Corbelli, ma allora Zeman l’ha scelto...
«Il nome di Zeman è stato proposto a Ferlaino da Pavarese, responsabile del mercato, e da Moggi jr. che è il nostro consulente. Ferlaino poi l’ha proposto a me che partecipo alla scelta finale badando alla compatibilità finanziaria dell’operazione».
Ciò vale anche per Taibi, Amoruso e Di Francesco, nomi ormai ricorrenti nei discorsi azzurri?
«Certo. Per almeno un anno, cioè per il tempo minimo necessario per capire, dovrò tenermi lontano dalle scelte tecniche. E qui mi tornerà molto utile e tornerà molto utile al Napoli la trentennale esperienza di Ferlaino».
D’accordo, ma di Taibi, Amoruso e Di Francesco cosa dice?
«Dico che per due di questi tre giocatori - Corbelli non fa nomi, ma sono i primi due - abbiamo trattative avviate e già abbastanza avanti».
Parliamo di progetti. Anzi, di progetto. Qual è quello del Napoli? A quanto ammonteranno gli investimenti? Quali sviluppi sul sentiero tv-calcio? Il Napoli pensa alla gestione dello stadio? E in società ci saranno cambiamenti radicali?
«Il progetto lo stiamo preparando. Comunque, questi primi impegni sono rivolti all’assetto societario e all’individuazione di collaboratori a vario titolo. Ma ciò, sia chiaro, col lo spirito di valorizzare le professionalità già presenti all’interno della società e con la voglia di aggiungere nuove professionalità. Ad esempio, penso al un consigliere del presidente che si occupi esclusivamente della questione-stadio».
Squadra e bilancio. Sino a che punto, anche quest’anno, il Napoli dovrà tener d’occhio i conti prima di ingaggiare nuovi giocatori?
«Non lo nego: il Napoli tenere fortemente d’occhio il bilancio. Spingere la spesa al di là delle possibilità risulterebbe fatale per il futuro. Bisogna capire che siamo soltanto all’inizio di un nuovo ciclo, anche se il nostro obiettivo è quello di recuperare quante più risorse possibili per gli investimenti».
Praticamente?
«Praticamente quest’anno il Napoli si orienterà su prestiti, su comproprietà e su qualche acquisizione».
Quindi, inutile aspettarsi il «grande colpo»?
«No, non ci sarà alcun ”grande colpo”. Anche se questo non vuol dire affatto che non mi impegnerò per allestire una squadra competitiva».
Prima di allestire una squadra competitiva, però, bisognerà far diventare competitiva la società. C’è un segmento del club che può fare da volano per la crescita del club?
«Non c’è un settore in particolare da curare. Credo, invece, che vadano migliorati tutti i settori della società. Il Napoli può e deve essere gestito come una grande azienda. Per questo deve aumentare gli introiti derivanti dalla cessione dei diritti televisivi, dalle sponsorizzazioni e dalla pubblicità. Sino ad ora ha operato bene, ora, anche alla luce delle nuove realtà e delle nuove esigenze, deve migliorare».
Un passo indietro. L’operazione Napoli-Corbelli formalmente non è ancora chiusa. Saranno rispettati i tempi?
«I tempi si sono un po’ allungati, ma non per colpa nostra. C’è stata una difficoltà oggettiva derivata dal dover regolarizzare tante, diverse posizioni».
Si riferisce al rapporto da chiudere con con le altre banche creditrici del gruppo Ferlaino?
«Sì. E non vedo difficoltà. I soldi sono disponibili e i professionisti, sia miei che della famiglia Ferlaino, stanno definendo le transazioni per arrivare poi ai versamenti».
Corbelli, Ferlaino e il Napoli diviso giusto a metà. D’accordo, ma guardando più in là, è possibile pensare a una maggioranza?
«No. Tra me e Ferlaino c’è una divisione secca. Siamo soci paritari con dei patti parasociali che regolano i nostri rapporti».
Già definita, dunque, la composizione del consiglio d’amministrazione che sarà nominato a luglio?
«Già stabilito. Dai primo del mese prossimo, dipenderà da quando si terrà l’assemblea, io sarò nominato presidente, mentre la nomina dell’amministratore delegato spetterà a Ferlaino».
E il resto del consiglio?
«Tre consiglieri li nominerò io e tre Ferlaino».
Guardiamo più in là. Il calcio si guarda allo specchio, si trova cambiato, ma non riesce a darsi ancora nuove regole, la Lega è spaccata, lo strapotere dei grandi club è asfissiante. Che cosa ne pensa?
«Niente. Non sono in grado di pensare su cose che ancora non conosco. Quando riuscirò a capire, dirò la mia».
Giusto. E allora, chissà, Giorgio Corbelli non s’accontenterà soltanto di far sapere cosa pensa. Per carità, solo sensazioni, ma volete che chi è stato consigliere di Lega e consigliere federale del basket se ne starà tranquillamente fuori del Palazzo del pallone? E se «sì», per quanto tempo?



da Il Mattino di Venerdì 9 Giugno 2000

IL GRANATA COSTA 15 MILIARDI
Difesa: Zeman vuole Fusco


Appuntamento a Roma. Nero su bianco. Gli impegni già presi tra il Napoli e Zeman si trasformeranno oggi in contratto. Ma questo non vuol dire che il nuovo allenatore non abbia cominciato a lavorare fianco a fianco con Gigi Pavarese già da un paio di settimane. Da quando, cioè, si legò al club sulla parola. E i contatti tra il diesse e il nuovo allenatore sono quotidiani. Zeman è costantemente tenuto al corrente delle trattive, delle possibilità e anche degli umori del mercato azzurro.
Dieci i giocatori che, divisi per ruoli, Zeman ha suggerito di ingaggiare. Quasi il doppio, invece, quelli ai quali il Napoli si appresta a dire addio. Tra i confermati il Napoli ha inserito tutte e tre le punte. Con Schwoch c’è solo da «lavorare» sul contratto. Con Bellucci neppure, mentre per Stellone c’è da «ragionare» con il Parma. Il Napoli può riscattare l’altra metà del giocatore per una somma che s’aggira intorno ai 5 miliardi. E col Parma, meglio, con Enrico Fedele responsabile dell’area tecnica, forse già oggi o al massimo domani il Napoli discuterà anche di Matuzalem. Il prestito potrebbe diventare comproprietà, ma perchè questo accada il Napoli dovrà assicurare al Parma una contropartita di una decina di miliardi. E dieci miliardi è anche la valutazione che il club di Tanzi dà alla metà di Saliou Lassissi, difensore di sicuro talento, ma troppo affezionato ai cartellini rossi. Sul fronte Parma, infine, da escludere la cessione di Apphia. Malesani lo terrà con sè.
Tra i nomi segnalati da Zeman, anche quello di Luca Fusco, ventitreenne difensore della Salernitana, che il tecnico boemo segue con interese già da un po’. Una trattativa che, nonostante la concorrenza dell’Inter e della Juve, potrebbe vedere il Napoli favorito grazie all’amicizia tra i due club, grazie all’ottimo rapporto Aliberti-Zeman e, non ultimo, grazie alla mediazione di Alessandro Moggi e Pasquale Gallo, che curano gli interessi del granata. Per Fusco, però, la Salernitana chiede 15 miliardi.
Alta anche la valutazione di Taibi. Per il portiere che personalmente è già d’accordo sul trasferimento, il Manchester chiede una dozzina di miliardi. E qui il Napoli frena. Il discorso diventa complicato, a meno che il Manchester, come ha fatto già con la Reggina nella stagione che s’è appena chiusa, non decida di cedere il prestito il portiere. Anche perchè il Napoli non ha abbandonato l’idea di dare fiducia a Coppola. Magari mettendogli alle spalle un numero uno dalla carriera lunga e già sperimentata.
Nell’agenda azzura, poi, resistono Di Francesco (Roma), Correa (Atletico Madrid) e il Galca (Espanyol). Idee, però, più che trattative.



da Il Messaggero di Domanica 11 Giugno 2000

Napoli, dopo l’incubo è megafesta Ferlaino e Corbelli all’ultimo idillio. Novellino, un addio con grande stile


dell' inviato Giancarlo Dotto
NAPOLI - "La fine di un incubo". Titolo usato dai giornali locali, a distanza di ventiquattr’ore, per la chiusura della centrale nucleare di Cernobyl e il ritorno alla serie "A" del Napoli. Tanto per dire quanto può essere esteso il concetto di incubo. Molto forte la sensazione di una festa esagerata, di un bagordo per certi versi incomprensibile, nello straniero che capita da queste parti e trova la città in uno stato palese di estasi, imbottita di striscioni, scritte e bandiere, da Fuorigrotta alla periferia orientale di Ponticelli e Barra. Caos che si aggiunge a quello tradizionale del traffico e dei cantieri. Ingorghi e ruspe non sono occasionali accidenti qui a Napoli, ma categorie dello spirito, esattamente come la squadra di calcio. Due anni di "B", un castigo metafisico da inferno dantesco per un club che solo dieci anni fa delirava nel segno di Maradona il suo secondo scudetto. L’eccesso ha sempre qualcosa di sacro e descriverlo come un semplice fatto di cronaca è fuorviante oltre che riduttivo.
Napoli e la sua gente escono dunque, a tutti gli effetti, da un incubo durato due anni, 875 giorni, da quell’11 aprile del ’98, la sconfitta a Parma del baratro. Festa quindi del tutto legittima, che oggi al San Paolo si estenuerà fino alla mezzanotte. C’è tanto più azzurro qui in queste ore che in tutto il resto d’Italia o ai confini di Belgio e Olanda dove oggi debutta la Nazionale di Zoff. Volentieri ignorata dai settantacinquemila tifosi che, già da mezzogiorno, faranno mucchio nei paraggi dello stadio. Uomini, donne e bambini, tutti addobbati d’azzurro da cima a fondo. Azzurra anche la t-shirt del premier spagnolo Josè Maria Aznar che ieri sulla terrazza dell’Excelsior, l’enorme sigaro acceso sui languori di un pasto evidentemente all’altezza della vista sul Golfo, si informava con il maestro Riccardo Muti sul senso di quella città imbandierata (non prima di averlo congratulato per la "Messa" di Bach diretta la sera prima al San Carlo). Azzurri in tribuna, al cinquanta per cento, i due soci Ferlaino e Corbelli, al loro ultimo idillio prima degli inevitabili coltelli che già affiorano dentro le maniche della buona creanza. Azzurro in panchina Novellino, al suo addio, questo sì incomprensibile, mille volte più incomprensibile della festa. In tribuna, tra gli altri, Luciano Moggi che a Napoli è di casa ("fin troppo" dicono i suoi detrattori). Non ci sarà Zeman, che si materializzerà a Napoli in settimana per la presentazione ufficiale. Già firmato il contratto annuale, due miliardi netti il compenso.
La squadra ha trascorso ieri una vigilia di tutto relax tra il centro Paradiso a Soccavo, giusto una rifinitura nella canicola, e il palazzo della Regione a Santa Lucia, accolta e coccolata dal governatore Bassolino, che ha ricordato a Schwoch e compagni i tempi cupi recenti, a partire dall’estate del ’94, quando non sembrava possibile sottrarre la società al fallimento. Ingoiato e digerito il rospo, Novellino ha avuto modo di esibire anche ieri grande fair play dichiarando che «il Napoli ha scelto il suo nuovo allenatore. Io e Zeman ci somigliamo molto nella predisposizione a giocare un calcio d’attacco, per vincere sempre. Auguro al Napoli e al suo nuovo tecnico di fare una grande stagione in serie "A"», ha voluto anche lui esagerare, Novellino, che da lunedì sarà dentro la sua aggiornata e non esaltante veste di allenatore del Piacenza.
Oggi ultimi fuochi e ultimi affari per i bagarini che, dal prossimo anno, non saranno più costretti a emigrare al nord, per impallinare i tifosi di Milano e Torino. La piazza di Napoli è tornata grande. Liquidata la formalità con il Genoa (ma il secondo posto vale comunque un miliardo e duecento milioni di premio) e fatto appello ai tifosi di non invadere il terreno, il via alla megafesta che includerà anche i pallanuotisti scudettati del Posillipo. Presentati i giocatori uno ad uno, a partire da Stefan Schwoch, l’altoatesino che ha stregato Napoli dieci anni dopo Maradona e che cercherà oggi di sfilare anche il primato dei gol a Francioso. A seguire, musica a oltranza, Bennato, Tullio De Piscopo, Alma Megretta e Nino d’Angelo, il tutto presentato sul palco da Peppe Quintale e dalla conturbante Luisa Corna. Da lunedì ripartirà l’infaticabile viaggio onirico. Un nome su tutti: Gianfranco Zola.



da La Gazzetta dello sport di Martedì 13 Giugno 2000

Zola, Amoruso, Stellone
Nasce il Napoli di Zeman
Il tecnico verrà presentato dopodomani a Soccavo. In arrivo Fresi, il nigeriano Afolabi e il romeno Galca


di Rosario Pastore
NAPOLI — Lo Zeman-day è fissato per dopodomani. L’allenatore verrà presentato ufficialmente a Soccavo. Per prenderlo, Ferlaino e Corbelli hanno sacrificato il tecnico della promozione, Novellino, partito fra i rimpianti. Zeman dovrà battere anche la stima che il suo predecessore s’è conquistato. Con lui, l’ingegnere ha fatto un altro passo avanti verso la trasformazione dei suoi orientamenti tattici. Ora occorrerà mettere a disposizione di Zeman una squadra in grado di adattarsi al suo credo. Coppola verrà dato in prestito. Le trattative per Taibi sono abbastanza avanzate. Davanti al portiere, confermato Baldini, che avrà al suo fianco Oddo, sulla fascia destra, Fresi e infine Falsini a sinistra. Altro nome per la difesa è quello del ventenne nigeriano Rabiu Afolabi, attualmente allo Standard di Liegi.
Passiamo al centrocampo, quasi totalmente rinnovato. Lucenti (oggi si sposa a Ragusa), dopo l’ottima stagione, verrà confermato a destra. Centrale sarà il romeno Galca e a sinistra De Francesco. Trattativa anche col Torino per Pecchia. Sarebbe un ritorno, questo, dopo il passaggio alla Juventus nell’estate del ’97. Infine, il trio d’attacco. Privo di Schwoch, che potrebbe raggiungere Novellino a Piacenza, la società sta approntando per Zeman un tridente di tutto rispetto, con Zola, Amoruso e Stellone. Per Amoruso, domani incontro decisivo fra la società e Antonio Caliendo, procuratore del giocatore. Due le condizioni: il giocatore vorrebbe passare al Napoli non in comproprietà ma a titolo definitivo. Inoltre, si aspetta di trovare una squadra competitiva. Oggi il d.s. Pavarese parte per gli Europei, alla scoperta di talenti. Il Napoli, insomma, vuole puntare alla coppa Uefa. E la città già sogna.

NAPOLI SECONDO - E’ il Napoli, in base alla classifica avulsa, la squadra che ha chiuso al secondo posto il campionato di B e che quindi entrerà in coppa Italia a partire dal secondo turno (domenica 27 agosto). Il dettaglio: Napoli 6 punti (1-0 e 0-1 con l’Atalanta, 3-0 e 1-3 col Brescia), Brescia e Atalanta (che hanno chiuso in parità le loro sfide, 1-1 e 0-0) 5 punti.



da Il Mattino di Martedì 13 Giugno 2000

Cari napoletani, mi chiamano Beppe-gol e il merito è di Zeman



di BEPPE SIGNORI
Cari napoletani, sono particolarmente lieto che il mio amico Zdenek Zeman si sieda sulla panchina della vostra squadra del cuore. Una cosa è certa: con lui vi divertirete. E questo, nel calcio di oggi, fatto di tensioni e di schemi, di risultato a tutti i costi e di qualche golletto, non è poco. Per me è il miglior allenatore del mondo. O almeno è il migliore di quelli che ho avuto io. E, nel mio piccolo, ne ho avuti tanti. E anche bravi. Guidolin, Buso e Mazzone al Bologna, Boskov alla Sampdoria, Eriksson e Zoff alla Lazio, Perotti al Piacenza. Persino Sacchi, anche se soltanto in nazionale. Ecco, per me lui è il numero uno. E gli debbo molto. Perchè è stato lui, a lanciarmi, in serie A, a Foggia. Per un attaccante è il massimo della vita. Quindi, Schwoch, Stellone e Bellucci, o chi per loro, si divertiranno anche più di voi. Perchè è un tecnico che fa giocare. E bene. Nel mondo del calcio italiano credo di conoscerlo meglio di tutti. L'ho avuto per quasi sei anni: tre a Foggia, altrettanti alla Lazio. O meglio, sino a quando non venne esonerato. Il momento più bello? Due, direi. Quando sbarcammo in A con il Foggia e quando arrivammo secondi con la Lazio, dietro soltanto alla Juve e pari al Parma. L'aneddoto più simpatico? In Puglia, un giorno Baiano gli disse: «Mister, mi fa male la testa». E lui: «Impossibile, perchè la testa tu non ce l'hai». Questo per dire che Zdenek è anche simpatico. E molto. Nello spogliatoio, soprattutto. Non ha quell'immagine seriosa che appare all'esterno e che è diventata quasi un'etichetta. Come quella del doping. Badate che lui quella parola non l'ha mai pronunciata. C'erano situazioni non chiare, che lui ha denunciato e che poi sono state riscontrate nella realtà. A me Zeman piace perchè dice sempre quel che pensa veramente. E anche questo, nel calcio, non è davvero poco. Ad esempio, con uno come Ferlaino, che ha una personalità altrettanto spiccata, si troverà bene. Corbelli, invece, di persona non lo conosco e allora preferisco non esprimermi. Ecco, sarebbe bello se la prima domenica di campionato ci fosse proprio Bologna-Napoli, il primo ottobre. Peraltro, da avversario, l'ho già incontrato. E gli ho pure segnato un gol. Con il Bologna, un anno e passa fa, al Dall'Ara. Gli invio un caloroso in bocca al lupo. Spero che ottenga grandi risultati. Sinora in Italia non ha vinto proprio niente. Nemmeno una coppetta. Sarebbe meraviglioso se al Napoli iniziasse con il vincere ad esempio la coppa Italia. Diverrebbe un riconoscimento per tutto quanto ha seminato, in questi anni.
Al Napoli dico bentornato in serie A, dove merita di restare stabilmente. Come primo anno, può bastare la salvezza, tipo quella dell'ultimo Bologna o meglio quello dell'anno precedente. Ma se arrivasse qualcosa di più, tanto di guadagnato. Quanto a Zeman, secondo me difetti non ne ha. Fa lavorare, e tanto, ma questo è anche un pregio. Quanto ai rischi difensivi, beh, è la sua filosofia. Anche a Napoli credo che giocerà con i tre davanti, come ha sempre fatto.
Io e Zeman siamo amici. Condividiamo anche la residenza romana. Abito all'Olgiata, lui al Fleming. Quand'ero a Vignastelluti, ci divideva soltanto corso Francia.

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L’ora di Petterson


di Paolo Barbuto
Zdenek Zeman arriverà giovedì e da quel momento inizierà la nuova avventura del Napoli in serie A. L’avventura, ad essere sinceri, è iniziata già qualche settimana fa con un Napoli scatenato sul fronte del mercato.
Zeman chiede un parco-attaccanti consistente: ne vorrebbe cinque, tutti intercambiabili e di sicuro affidamento. Il primo è stato praticamente già preso, si tratta di Nicola Amoruso per il quale è stato trovato anche un accordo con la Juve e che dovrebbe essere ufficializzato nelle prossime ore. Il secondo potrebbe essere Jorgen Petterson, nazionale svedese che gioca in Germania con il Kaiserslautern.
Petterson è una punta leggera, ha 25 anni ed è nel giro della nazionale svedese della scorsa stagione, da quando il Kaiserslautern l’ha pescato dopo la retrocessione del Borussia Moenchengladenbach. Quest’anno è stato utilizzato con il contagocce (diciotto presenze e tre reti al suo attivo) ed è per questo che vorrebbe andare via dalla Germania a caccia di nuovi successi e di un palcoscenico più esaltante. La valutazione ufficiale è di cinque miliardi e c’è stato già un contatto con il suo procuratore Morabito.
Per completare la scelta degli attaccanti (oltre a Bellucci e a uno tra Schwoch e Stellone) il Napoli ha lanciato il definitivo assalto a Gianfranco Zola. Probabilmente oggi ci sarà l’incontro decisivo con il Chelsea: la valutazione è ancora altissima ma la trattativa potrebbe chiudersi per una cifra prossima agli otto miliardi. Nella missione in Gran Bretagna verrà inserito anche un passaggio per Manchester dove dovrà essere chiarita la questione Taibi. La vicenda è nota: il portiere ha già accettato Napoli ma la società inglese chiede troppo (14 miliardi). Negli ultimi giorni le pressioni del giocatore e del procuratore (che è Damiani) sono state fortissime e c’è stato già un ritocco del prezzo. Il Manchester adesso si accontenterebbe di dieci miliardi ma per chiudere la trattativa bisogna scendere ulteriormente. Nel frattempo, sempre sul fronte-portieri, c’è da registrare un probabile scambio con il Palermo: in Sicilia andrebbe Nando Coppola per giocare e fare esperienza, in azzurro sbarcherebbe Sicignano che è conterraneo e amico di Taibi del quale dovrebbe diventare «secondo». Vicina a conclusione anche la trattativa per il nazionale rumeno Galca ieri protagonista (davanti agli occhi del dg partenopeo Pavarese) della gara contro la Germania. C’è stato un inserimento del Celta Vigo ma il Napoli rimane la prima scelta del giocatore svincolato dall’Estudyantes.
Sul fronte degli arrivi c’è da registrare una brusca accelerata nella trattativa per il centrocampista bolognese Carlo Nervo. Ieri a Napoli c’era il suo procuratore, Carpeggiani, che cura anche gli interessi di Oscar Magoni. Ufficialmente la missione era organizzata per discutere della cessione del centrocampista azzurro ma nella stessa occasione s’è parlato anche di Nervo che potrebbe essere trasferito nei prossimi giorni.
Trattative avviate con lo Standard Liegi per il giovanissimo difensore africano Rabiu Afolabi, nato in Togo vent’anni fa ed esploso in Belgio: arriverebbe a Napoli per farsi le ossa e crescere. Nella costruzione del reparto difensivo si raffredda l’interesse per Saliu Lassisi mentre crescono le azioni di Pierre Wome che piace a Zdenek Zeman. All’allenatore boemo piace anche Carlos Zago che non va d’accordo con l’allenatore della Roma, Fabio Capello, e accetterebbe con piacere il cambio di maglia: il costo, però, è considerato proibitivo. Prosegue anche la trattativa con la Salernitana per il centrale Luca Fusco che, comunque, viene valutato quattordici miliardi (intrattabili) da parte della società granata.
 

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