La conferenza stampa di presentazione a Brescia
Cronaca ||
06/03/2006
"Io voglio vincere tutte le undici partite che restano da giocare: e' difficile, ci e' riuscita soltanto la Roma finora a vincerne cosi' tante di fila, pero' ci provo". Si e' presentato cosi' questa mattina alla piazza bresciana Zdenek Zeman, chiamato tra lo stupore generale da Corioni ("sono piu' emozionato di quando ho preso Baggio", ha detto il presidente del Brescia) a sostituire Rolando Maran che ha lasciato la squadra al quinto posto del campionato di serie B. In questi mesi di lontananza dal calcio, Zeman non e' cambiato: voce che si sente appena, ma che esprime concetti forti e senza ipocrisie. E' onesto quando spiega il perche' ha accettato la proposta del Brescia: "Non mi piaceva stare a casa, mi mancava troppo il campo. In questi otto mesi ho ricevuto altre proposte, ma avevo un accordo con Valenza che avrebbe dovuto comprare il Parma: aspetta oggi, aspetta domani, non se ne'e' mai fatto nulla. Ora mi sono liberato da questo impegno che sentivo di avere e ho detto si' al Brescia". Ha destato curiosita' il fatto che Zeman abbia accettato di prendere una squadra in corsa: "E' vero che per 30 anni ho sempre iniziato a lavorare in estate, pero' stavolta e' andata cosi'. Tra l'altro prendo una squadra che sta andando bene: non dovrebbe essere diffcile continuare a farla andare cosi'". "Ora - ha continuato il tecnico boemo - i giocatori devono recepire i miei concetti di calcio, che non sono mai cambiati: voglio vincere facendo spettacolo". Altra curiosita': il Brescia e' la squadra italiana piu' settentrionale che a Zeman sia mai capitato di allenare: "Perche' ho sempre creduto che il calcio al sud abbia piu' potenzialita' - spiega -. E a me piace vedere lo stadio pieno. Qui e' piu' difficile che sia cosi'. Ma il calcio e' gente, e quanto alla situazione di Brescia (dove la media spettatori e' poco inferiore ai 4 mila, ndr.), adesso arriva la primavera - sorride Zeman - e qualcuno comincera' ad uscire piu' spesso di casa". Zeman crede che a Brescia ci sia la possibilita' di applicare la sua filosofia: "Guardando la situazione dall'esterno mi pare che ci siano i giocatori adatti per quelle che sono le mie idee". E non si sente in imbarazzo per aver preso il posto di un allenatore, Maran, che stava facendo bene: "Non sono imbarazzato perche' sono nel calcio da tanti anni e so come funzionano le cose.Che valore aggiunto penso di poter dare a questa squadra? 30 anni di esperienza in panchina". A Brescia, Zeman ritrova Gigi Di Biagio, cresciuto nel famoso 'Foggia dei miracoli', e che lui ha allenato anche nella Roma. Zeman e' simpaticamente pungente anche nei confronti del capitano: "Con Gigi - dice - abbiamo fatto tante belle cose..Ma all'epoca aveva 22 anni: vediamo se ha ancora la mentalita' del ventiduenne..". Il discorso si sposta poi sul piano nazionale e quando a Zeman viene chiesto se nei suoi mesi di inattivita' ha visto cambiare il calcio in qualcosa, risponde sottovoce: "Non so: mi sono dedicato al giardinaggio...". Gli auguri arrivati dal 'nemico' Luciano Moggi? "Non li prendo, perche' tanto non sono veri". Mazzone ha invece detto che il ritorno in scena di Zeman sarebbe la prova che nel calcio italiano non esiste la mafia. Dopo una quindicina di secondi di silenzio Zeman commenta con un.."Non commento". "Sono venuto per la presentazione del Brescia, non per parlare di Juventus".
Sul campionato di serie A: "Mi pare che soltanto la Roma stia facendo vedere qualcosa di diverso. Per necessita' ha dovuto cambiare modo di giocare e sta ottenendo risultati eccezionali: e' la prova che se una squadra gioca come gruppo, come collettivo senza basarsi sulle individualita', puo' arrivare lontano".
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