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27 Marzo 2000: Intervista del Mister a 'Il Messaggero' dopo il derby romano.

Cronaca || 27/03/2000

ZEMAN RILASCIA UN'INTERVISTA A "IL MESSAGGERO" DOPO IL DERBY ROMANO.



da Il Messaggero di Lunedì 27 marzo 2000

"Non è stato un bel derby: mi è piaciuto viverlo tra i tifosi, ascoltando le loro battute"
"Lazio, puoi farcela Roma, non è crisi"


di UGO TRANI
ROMA - Zeman spettatore neutrale del derby. "Ma sapevo che stavolta sarebbe stata una partita importante, soprattutto dopo la vittoria del Milan sulla Juve". Zdenek parte dalla sfida dell’Olimpico e arriva allo scudetto.
Le è piaciuto il derby?
"No. Ma non vuol dire niente, perché il derby è così".
Cioè?
"Mi è piaciuto viverlo stando in mezzo alla gente, le battute, il tifo, la gioia e il dolore".
Risultato giusto?
"La Roma ha fatto un gol all’inizio e si è ritirata. La Lazio ha rovesciato il punteggio e si è ritirata, ma alla fine ha difeso meglio il vantaggio".
Crede che si sia davvero riaperto il discorso-scudetto?
"Almeno per una settimana, sino a sabato".
Solo vincendo a Torino la Lazio potrà insidiare la Juve?
"Dopo quella sfida resterebbero, comunque, diciotto punti a disposizione, ma nessuno si aspetterebbe un cedimento della Juve".
Pensa che in quattro giorni Eriksson abbia difeso la panchina anche per la prossima stagione?
"Il presidente Cargnotti è sempre stato convinto di questo allenatore, non lo ha mai messo in discussione. Sono altri, tutti gli altri, ad averlo criticato. Quando un tecnico vince è bravo, quando perde è scarso. Siamo abituati...".
Eppure c’è chi non considera Eriksson, nello stesso ambiente biancoceleste, un tecnico vincente. Perché?
"Solo per il campionato dell’anno scorso: tutti pensavano che la Lazio non potesse perderlo. Ma il calcio è bello per questo. Eriksson i suoi scudetti li ha già vinti in Svezia e Portogallo. Dunque, sa essere vincente".
Tornando a questo torneo, pensa che la Lazio sia la formazione più forte?
"Sì, come organico e nomi. Un altro discorso è programmare. Ci sono club che spendono trecento miliardi e altri che investono poco perché conoscono le forze all’interno di una società che sa fare i programmi giusti. Lazio e Juve hanno scelto strade completamente diverse. La squadra bianconera è la sorpresa della stagione: ha ottenuto più del previsto".
Passiamo alla Roma: come ha trovato Totti?
"C’è chi lo considera in crisi. Io ho visto che tutto quanto prodotto dalla Roma nel derby lo ha fatto Francesco. La palla-gol a Delvecchio dopo un minuto, l’assist per la rete di Montella, le due occasioni che ha avuto lui, un’altra ancora per Marco. Poi la Roma ha perso, lui è il capitano e diventa il primo imputato".
Da sabato, anche per Capello Nakata non è un centrocampista di ruolo.
"Non vorrei commentare, perché non so che cosa è stato detto al momento dell’acquisto. Già era stata interpretata male una mia dichiarazione: ’Se io ho Totti, non prendo mai Nakata: io la penso così e posso sbagliare’. Quando non sbaglio, mi fa piacere... Non mi voglio immischiare ulteriormente".
E’ vero che questa Roma è più forte della sua?
"Così ho sentito dire. E centocinquanta miliardi non si spendono tanto per farlo: sarebbe una grande bocciatura. Non credo con me siano stati investiti in una stagione gli stessi soldi. Ma non faccio mai i conti. Ho preso la Roma dodicesima, per rifarla".
La Roma può ancora andare in Champions League?
"E perché no? Non è in crisi: nessuna squadra ha un rendimento costante, Juve a parte. Il derby non conta per il giudizio".
Sorpreso dalla convocazione di Inzaghi junior in azzurro?
"No. Prima giocava poco, ora che ha più spazio sta facendo bene. Giusto chiamare quelli che rendono. E aveva segnato tanto a Piacenza, dove non è facile farlo".
E il ritorno di Di Biagio in Nazionale?
"Mi fa piacere: è il giocatore che in quel ruolo stimo di più, il migliore".
Eppure se lei fosse rimasto alla Roma avrebbe avallato la cessione. Non è una contraddizione?
"Aggiungiamoci anche Delvecchio e Candela, ma chiariamo una volta per tutte. E’ stato detto chi partiva, ma mai i nomi dei sostituti. Perché? Se fossero arrivati Seedorf, Claudio Lopez e Felipe, magari con più stimoli, qualcuno avrebbe potestato? Già, ùla programmazione".
Come può stare Sensi?
"Non lo so, perché io non l’ho capito. Sennò non ci sarei rimasto tanto male il giorno dell’esonero"
 

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