16 Giugno 2004: Zdenek Zeman allenerà il Lecce nella stagione 2004-2005
Cronaca ||
16/06/2004
ZEMAN ALLENERA' IL LECCE
Martedì 15 giugno 2004, Lecce. E' dalla Puglia che ripartirà l'avventura del tecnico Boemo nella massima serie del Campionato Italiano. Torna nella regione che lo aveva presentato al grande pubblico con la nascita di Zemanlandia e torna ai colori giallorossi. Binomio vincente? Tutti noi lo speriamo e d'altronde se ci sono 2 tifoserie che lo ricordano con straordinario affetto sono proprio quelle del Foggia e della Roma, in un recente sondaggio tra i tifosi della Roma, nella trasmissione radiofonica più importante della Capitale (Te La Do Io Tokyo), era il tecnico preferito per sostituire Capello sulla panchina della Roma. Ci auguriamo che possa nascere questo feeling particolare anche con i tifosi del Lecce, caldi ed appassionati.
Si tornerà in campo nella seconda metà del mese di luglio, presumibilmente in Trentino, a Cavalese, sede degli ultimi ritiri precampionato della squadra giallorossa.
Ora vi lasciamo agli articoli dei quotidiani...
da la Gazzetta dello Sport di mercoledì 16 Giugno 2004
«Il Lecce è come me» di Giuseppe Calvi
Zeman si tuffa nella nuova realtà: «Qui si può lavorare bene»
Per ritrovare la parola, ci voleva la chiamata del Lecce. Zdenek Zeman torna sul palcoscenico della serie A, 4 anni dopo la sua ultima recita, sulla panchina del Napoli, novembre 2000. Retrocesso in C1 con l’Avellino, scopre di nuovo il gusto di raccontare il suo calcio, fatto di speranze, ambizioni e tesori, da esibire nel primo giorno da allenatore del Lecce. Nella sala riunioni, al quarto piano degli uffici del gruppo Semeraro, in via Templari, il boemo sfoggia il suo caratteristico sorriso a labbra strette: chiede al presidente Rico Semeraro, al suo vice- vicario, il fratello Pierandrea, e al d. s. Corvino quale posto gli tocca al tavolo, poi si concede alla raffica di domande.
« Un po’ ho riflettuto quando ho ricevuto la proposta del Lecce, ma non ho avuto dubbi, perché, in un calcio che vive una grave crisi, questa società è sana e ha saputo brillare in campo e fuori — dice Zeman, 57 anni — . Mi fa piacere sentire che sono stato scelto per la mia cultura del lavoro; infatti, a me interessa creare un gruppo di giocatori vogliosi di sacrificarsi, per emergere. Di calcio si parla per strada, nei bar, ovunque: io preferisco parlare solo sul campo. Il mondo del pallone soffre una crisi, economica e morale, però il Lecce è lontano da questi problemi. Torno in Puglia dopo la splendida avventura a Foggia; mi divertivo e divertivamo la gente, mi auguro che questa regione mi porti ancora fortuna, quella che non ho avuto nella mia esperienza in Campania. Tra Napoli, Salerno e Avellino ho fatto i conti con situazioni particolari, eppure ho trascorso stagioni che, sebbene negative per i risultati, mi hanno arricchito più di quanto è accaduto negli anni esaltanti della mia carriera » .
Era rimasto a bocca chiusa, dopo Avellino- Ternana, posticipo di lunedì 22 marzo.
« Successe qualcosa e scelsi il silenzio: i giornali hanno scritto, non torno sull’argomento. Sono del Lecce, parlo della mia nuova squadra. Il calcio è ancora condizionato da problemi finanziari, da tentativi di aggiustare le partite: così va questo ambiente, che è addirittura peggiorato, a livello morale, rispetto a quando cominciai la mia battaglia. Il Palazzo me l’ha fatta pagare, ma sono contento di aver pagato per una causa giusta. Certo, ancora mi preoccupa pensare che, all’epoca, il vice presidente della Lega, in una trasmissione tv, si permise di dire che ' se parla Zeman, salta tutto il sistema'. Era la prova che il sistema era fatto male » .
Vorrebbe già essere in campo, per vedere l’effetto che fa. Non accetta che il Lecce si ponga limiti. « Fu così anche all’inizio della scommessa col Foggia.
Non si parli di salvezza, ma si punti sempre in alto; poi si fa in tempo a scendere qualche gradino. Tutte le partite cominciano 0- 0, il Lecce può confrontarsi con qualsiasi avversario. Il modulo? Il mio calcio è noto a tutti, darò un’impronta anche in questa nuova esperienza. Non credo che porterò a Lecce giocatori avuti ad Avellino. Col ' direttore' devo ancora parlare di mercato. Chevanton? Eccezionale protagonista, farebbe bene in qualsiasi grande club: ma, chissà, non è detto che vada via... » .
Zdenek dopo Delio. Il Lecce che avanza s’avvicina alla fonte del passato comune di Zeman e Rossi.
« Per me potrebbe essere un vantaggio acquisire la squadra che ha lavorato con Rossi, che ha fatto bene nel Salento. Inutile definirlo mio erede: è stato, però, un mio giocatore nel Foggia e allora si adeguò al mio calcio. Poi ha studiato la mia squadra, quando allenava nel settore giovanile. Anche se Rossi, strada facendo, qualcosa ha cambiato, sono convinto che nel suo Lecce potrei trovare una base tattica preziosa, importante per il futuro » .
Contratto annuale ( « non conta la durata, per me può bastare un mese per lasciare traccia indelebile » ) , Zdenek percepirà un ingaggio fisso, di circa 450.000 euro al netto, più una « variabile » di altri 150.000 euro come premio- salvezza. Avrà al suo fianco il « secondo » Cangelosi e si avvarrà dei preparatori Paleari e Vergine, confermati dal Lecce, con i quali ieri sera ha già avuto una prima riunione programmatica. « I due scudetti vinti dalla ' Primavera' del Lecce sono i frutti dell’impegno profuso dalla società nel vivaio. Magari potessi attingere al serbatoio di questi giovani, anche perché tanti calciatori pugliesi si sono imposti a grandi livelli » .
Arriva a Lecce quando è appena andato via Sicignano, da anni un suo pallino.
« Vuol dire che non è fatto per me » , scherza il tecnico, magari sognando che il Parma conceda ancora a Corvino il portiere napoletano.
Poi Zeman s’affaccia sugli Europei, incoraggia gli azzurri. « L’Italia ha cominciato male, come accadde nell’ 82 in Spagna, quando diventò campione del mondo. Non resta che migliorare ».
da la Gazzetta dello Sport di mercoledì 16 Giugno 2004
«L'uomo ideale per il Lecce» di Marco Errico
Semeraro: «Orgoglioso che Zeman sia qui»
La cultura del lavoro come filosofia di calcio e di vita. E’ stato il credo che ha accomunato Zdenek Zeman ed i dirigenti del Lecce. Una scintilla che ha generato un vero e proprio colpo di fulmine, anche se il tecnico boemo è da tempo un pallino di Pantaleo Corvino. C'era tutta la soddisfazione possibile sul volto del d. s. e del presidente Rico Semeraro, che ieri hanno fatto gli onori di casa nella presentazione del nuovo allenatore del Lecce. L'era Zeman comincia in un caldissimo pomeriggio, nella sala riunioni della sede di via Templari, gremita come mai in passato.
In strada si affollano decine di curiosi, che attendono la fine della conferenza stampa per una stretta di mano ed il benvenuto al nuovo stratega della panchina giallorossa.
« E’ un momento molto importante per noi, esordisce il presidente del Lecce, Rico Semeraro. Sono davvero orgoglioso di avere al mio fianco Zdenek Zeman, un allenatore che certo non ha bisogno delle mie presentazioni.
Crediamo che sia l'uomo ideale per il Lecce. La nostra società ha sposato da tempo la cultura del lavoro, di cui Zeman è il miglior esponente disponibile sulla piazza. Personalmente sono molto felice di questo arrivo, siamo pronti a mettere a diposizione del tecnico tutte le risorse umane e finanziarie di cui disponiamo. Per noi il prossimo sarà un anno molto importante, sono convinto che insieme ci toglieremo tante soddisfazioni » .
Ad accogliere Zeman, c'è lo stato maggiore del Lecce al gran completo.
In un angolo della sala, in piedi, anche il patron Giovanni Semeraro e l'amministratore delegato Claudio Fenucci ascoltano con attenzione i concetti sviscerati da Zeman. C'è molta curiosità soprattutto attorno al modulo del nuovo Lecce, visto che il tecnico boemo è un convinto assertore del 4- 3- 3.
« Non conta più di tanto come si disporrà la squadra in campo, afferma Rico Semeraro. Io non mi addentro più di tanto in questioni di natura tattica, per me sono solo numeri. E' molto importante, invece, tutto quello che c'è dietro, il modo di preparare la squadra, la serietà con cui ci si allena per tutta la settimana. Sono questi i particolari che possono aiutarti poi a vincere una partita. Sotto questo aspetto, riteniamo che Zeman sia una garanzia » .
Seduto accanto al massimo dirigente del Lecce, Pantaleo Corvino sfoggia il sorriso dei giorni migliori. Ha centrato il suo obiettivo primario, Zeman è stato sempre in cima ai suoi pensieri, sin dal giorno in cui si è consumato il divorzio da Delio Rossi.
« Per un direttore sportivo è importante anche la competenza e la qualità del lavoro, sottolinea Corvino. Personalmente sono molto contento, anche perchè riporto Zeman sul palcoscenico che gli compete. Uno come lui dovrebbe sempre allenare in serie A. Abbiamo mantenuto la parola, presentando il nuovo tecnico subito dopo la fine del campionato di B, come avevamo promesso da tempo.
Speriamo di poter aprire un nuovo ciclo vincente, che ci possa portare a raggiungere altri traguardi prestigiosi. Mi riferisco, naturalmente, alla salvezza nel campionato più importante del mondo. Un obiettivo che che non vogliamo lasciarci sfuggire, per questo ci siamo affidati alla cultura e alla competenza di un tecnico preparato come Zeman » .
Un nuovo allenatore, dunque, ma la fisionomia del Lecce non cambierà.
« Anche la squadra del prossimo anno sarà una miscela di giocatori esperti e di giovani, sottolinea Corvino. I nostri programmi del resto ormai li conoscono tutti e noi andiamo avanti su questa strada. Siamo contenti che anche Zeman si sia trovato sulla stessa linea di pensiero ».
da la Gazzetta dello Sport di mercoledì 16 Giugno 2004
Tutto quello che amo di Zdenek di Sandro Cepparulo
Io sono da sempre della « contraria » e perciò amo Zeman. Lo amo perché ha una faccia affilata che non sai mai se vuol piangere o sorridere, perché possiede la silenziosa cultura della sconfitta in un mondo che vorrebbe sempre e solo vincere, perché attraversa a testa china il prato verde in giacca grigia e mocassini marroni mentre la curva è in tumulto, perché sa vincere e sa perdere alla stessa maniera quando, nei minuti di recupero, il risultato sembra già scritto sul giornale. Perché lavora come e più di un turnista della Breda negli anni Sessanta, perché guadagna un quinto di quelli che sanno fare un quinto di quanto sa fare lui.
Amo Zeman perché perde per una vigliaccata senza lamentarsi, perché va in serie C giocando come se dovesse vincere il campionato all’ultimo turno, perché negli spogliatoi, durante l’intervallo, non insulta nessuno e non bestemmia neppure quando perde di 4, perché non è mai finita finché non è finita.
Amo Zeman perché gioca sempre all’attacco anche quando gli altri non ne vogliono sapere, perché usa ancora il libero ma è il portiere, perché parla poco e sa arrossire, perché dicono che è tornato di moda ma invece ce l’avevano solo nascosto, perché per lui è più facile vincere in 9 che in 11, perché si alza dalla panchina solo 5 volte in una partita e sposta due uomini alla volta, perché non litiga con il quarto uomo.
Amo Zeman perché tutte le curve degli stadi d’Italia lo rispettano, perché allena le squadre del Sud, perché non gioca la Champions League, perché non andrà mai alla Juventus e neanche al Milan o all’Inter, perché Gautieri, che di allenatori se ne intende, lo rincorre per mezzo campo per regalargli la maglia numero 10, perché è l’uomo fatto schema ma al di fuori di ogni schema, perché ogni volta sa rimettersi in gioco, perché vorrei parlare con lui di sport vero.
Amo Zeman perché se ci scommetti sopra tre euro non passi mai alla cassa, ma quella volta che lo fai sembri un signore. Amo Zeman perché fuma, fuma quanto gli pare.
Io sono da sempre della « contraria » e perciò amo Zeman.
dal Corriere dello Sport di mercoledì 16 Giugno 2004
«Lecce, ti farò divertire» di Elio Donno
Torna Zeman: «In un calcio in crisi questa è una realtà sana. Ecco perchè sono qui»
Sottile e arguto come sempre, il tecnico boemo rilancia la sua sfida al grande calcio quattro anni dopo
E' tornato. E si vede subito. Zdenek Zeman sul palcoscenico della serie A. Con la sua voce che si fa fatica a cogliere ("Io non so urlare", ammette, ed alla maliziosa domanda 'nemmeno in panchina?' replica: "quando si urla dalla panchina è già tardi, perchè si è incassato il gol..."). Ma si ripresenta subito sguainando la scimitarra del guerriero, e proponendo la filosofia di chi sa trasformare anche una frase apparentemente innocente in una stilettata o in un messaggio in codice. Da ieri il boemo e il nuovo allenatore del Lecce, erede del suo ... erede Delio Rossi, e alla domanda se farà meglio, risponde:"Alle volte gli allievi superano i maestri". Ma subito dopo, stuzzicato dai giornalisti, dedica al romagnolo una battuta al ... pepe, quando gli si fa rilevare che Rossi ha più volte dichiarato di non considerarsi suo allievo, perchè lui allenava il settore giovanile, quando Zeman guidava il Foggia. Risposta: "Prima di guidare il settore giovanile Rossi era un mio giocatore e si doveva adeguare perchè comandavo io... "
Poi un revival sulle sue bordate contro il calcio malato e la domanda se quelle esternazioni gliele hanno fatte pagare. Prima i complimenti al Lecce che gli offre la possibilità di tornare in A dopo quattro anni:"Il calcio vive una grossa crisi non solo economica ma anche morale. Mi sembra che il Lecce stia fuori da questi problemi e quindi sono ben contento che mi è arrivata un'offerta da una società come questa". E poi il suo grido d'allarme:"Dopo le mie denunce qualche problema l'ho avuto, qualcosa ho pagato, ma sono stato ben contento di pagare per una causa giusta".
Poi giù a testa bassa verso il Palazzo:" Ci sono state molte cose preoccupanti, e ve ne sono ancora (scommesse, risultati aggiustati), ma per me la cosa più preoccupante è vedere, al processo di Biscardi, il vice presidente della Lega pronunciare la frase: "se parlo io salta tutto il sistema". E' una frase che non può passare così perchè vuol dire che il sistema è sbagliato". L'occasione è ghiotta per un accenno anche alla Nazionale con un messaggio di fiducia. La partita di esordio non è andata bene, ma c'è tempo per migliorare: "Anche nel 1982 partimmo maluccio poi le cose andarono bene".
Quindi, occhio al nuovo Lecce, con la grinta e l'entusiasmo di sempre:" Ringrazio la società per avermi affidato una squadra che in questi anni si è messa in luce per i risultati ottenuti sul campo e fuori dal campo. Io mi auguro di riuscire a portare qualcosa di mio anche personale nel senso di provare a migliorare ancora se si può". Torna in Puglia dove visse l'esperienza più bella della sua carriera - dopo aver guidato Roma e Lazio e dopo le recenti annate negative in Campania:"Ci torno con piacere - dice Zeman - A Foggia, in cinque anni, mi sono divertito ed anche la squadra ha divertito. Spero di poterlo fare anche a Lecce e che, dopo le recenti esperienze in Campania, la Puglia a porti bene a me ed io porti bene alla Puglia". Della squadra che guiderà l'anno prossimo sa che " ha avuto dei problemi nella fase iniziale, poi ha fatto molto bene ottenendo ottimi risultati anche contro grandi squadre. Spero che ciò serva come esperienza per vincere anche quest'anno contro le grandi". Vietato, naturalmente, parlare di salvezza, come traguardo, perchè uno deve sempre porsi il miglior risultato possibile ma non partire avendo come obbiettivo il risultato minimo. Non rinnegherà il suo modulo ispirato al calcio totale, ma ammonisce a non affezionarsi ai luoghi comuni: "Le impostazioni generali ci sono ma poi è chiaro che dipende dalle caratteristiche dei giocatori che le debbono interpretare. E' normale che uno cerchi di impostare una squadra equilibrata come concetto visto cheil calcio è un gioco e bisogna superare gli avversari. Ci vorrà quindi una squadra con la voglia di giocarsi la partita e di cercare di superare gli avversari. E' evidente che il modulo del Lecce dovrà essere adeguato al Lecce".
Scontata naturalmente la prosecuzione della politica dei giovani sposata dalla società giallorossa:" Io mi sento allenatore dei giovani - afferma il boemo - perchè provengo dal settore giovanile, dove ho lavorato nove anni. E' un lavoro che dà soddisfazioni non solo personali. Quella dei giovani è una strada da seguire. Il futuro non è nostro".
Non fa nomi di possibili nuovi giocatori ("Ne parlerò con Corvino", dice), esclude che da Avellino possa seguirlo qualche giocatore. ma si concede una battuta su Sicignano, che potrebbe non restare a Lecce:"dai tempi della Roma e della Lazio sino a questi anni è stato sul punto di diventare portiere di una mia squadra. La storia si ripete a Lecce. Vedremo come finirà". Il possibile slittamento dell'inizio del campionato potrebbe indurlo a differire di alcuni giorni l'inizio del ritiro e coglie l'occasione per dire che questa A a 20 squadre non gli piace e che l'avrebbe gradita a 16 squadre, anche per non ostacolare l'attività della Nazionale. Ha firmato un contratto di un anno e da Avellino lo seguirà l'allenatore in seconda Vincenzo Cangelosi.
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