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16 Luglio 2001: La prima intervista del Mister in ritiro a Tenna...

Cronaca || 16/07/2001

ZEMAN - LA PRIMA INTERVISTA IN RITIRO

Tenna: e venne il giorno del primo giorno di ritiro.

Disponibile come sempre, con la battuta pronta e con la voglia di dire qualcosa anche nel prossimo campionato di serie B. Interrogato sulla campagna acquisti della Salernitana, il Mister si dimostra contento a metà: tutto ok ma manca la definizione dell’ultimo tassello per il varo di una squadra che possa giocare, divertirsi facendo spettacolo e lottare per un salto di qualità che tutti si augurano. Decisamente un Mister in gran forma quello che ha iniziato ieri la sua nuova avventura, per una stagione da protagonisti!

Ecco gli articoli che riportano l'intervista...


da La Città di Salerno di lunedì 16 Luglio 2001

Il tecnico apre il ritiro parlando di mercato, di Di Michele, dei giovani, del doping ma soprattutto della stagione granata
Zeman si prende subito la Salernitana
«Sono qui per costruire il futuro e la squadra mi sembra competitiva»
«Adesso tutti felici Bisogna vedere poi chi arriva e come»


dall'inviato Michele Spiezia

Tenna. Tutti gli occhi sono inevitabilmente per lui: e lui come una primadonna s'è fatto attendere prima di parlare, prima di mettere a nudo i suoi pensieri da allenatore della Salernitana all'inizio di un'avventura che si preannuncia comunque intensa. Poi, però, di corsa, domanda e risposta; senza tralasciare alcun argomento. Qualche silenzio, certo, qualche sospiro, anche qualche sorriso. Zeman, finalmente Salernitana ringiovanita: le sue prime sensazioni? «Io, noi (sorriso), cioè la società ha voluto intraprendere questa strada. Ci sono giovani di prospettiva ma mi sembra anche qualcuno d'esperienza. Spero che gruppo cresca, che i più anziani aiutino i più giovani». Reparti da definire? «Sì, forse l'attacco. Dipende molto da cosa fa Di Michele». Secondo lei? «Se parte per la A è giusto, perché è bravo. In B ce ne sono pochi come lui. Gli si vuole dare la possibilità di salire di categoria: vediamo se ci arriva». Se non si concretizzasse alcuna trattativa lei che farebbe: proverebbe a convincerlo, tenterebbe di trattenerlo? «Ci parlo. Il discorso è che lui è nato per il calcio: se ha la possibilità di migliorarsi, bene. Certo non può mica stare fermoÉ». Di Michele un anno fa disse: con Zeman mai, con la sua preparazione mi troverei male. Che risponde? «Dico solo che bisogna prima provare per poi dare un parere. Può essere che dopo piaceÉ». Sul filo di lana è arrivato Arcadio: soddisfatto? «Sì. Felice? Ora per tutte le squadre, tutti gli allenatori, tutti i giocatori, è Natale. Adesso tutti hanno vinto. Però bisogna vedere chi arriva, se arriva, e come ci arriva». Cosa si aspetta? «Ognuno è sempre convinto di essere meglio dell'altro. Io dico che alla Salernitana ci sono giocatori di qualità e potenzialità. C'è chi deve crescere, chi migliorare, chi confermarsi: se diamo tutto quello che abbiamo allora penso che siamo competitivi. Completi? Bisogna solo vedere per Di Michele». Cessione che darebbe il via libera per Borgobello: è lui il giocatore che le serve per completare l'attacco? «Adesso c'è mercato: se dico qualcosa su Borgobello le cose si complicano. Questo si sa, no?». La vera rivoluzione a centrocampo: giovani provenienti dalla C, gente pronta a correre e combattere. «Spero che non sappiano solo correre, che abbiano pure qualità, che sappiano giocare con la palla. Abbiamo voluto puntare su questi centrocampisti perché ci crediamo. E poi non ho mai visto giocatori che non vogliono sfondare. Qui alla Salernitana mica c'è Zidane: tutti vorranno farsi notare». Il ritiro è la parte più temuta dai giocatori: sarà dura? «Non so, a me viene tutto facile, dipenderà da loro. E' normale che nei primi tempi si avverta un po' di fatica». Dopo 10 anni ritorna in B: si sente un declassato, un emarginato, o cosa? «Sono contento, e convinto. In B mi sono preso tante soddisfazioni, e poi penso che sia una categoria, rispetto alla A, dove un allenatore abbia maggiori possibilità di incidere. E poi ci sono giocatori che vogliono farsi un nome: a me fa piacere se posso aiutarli a diventare qualcuno». Cosa dovrà esprimere la Salernitana? «Niente, deve solo saper giocare al calcio, deve ogni giorno lavorare, sudare, divertire». Cos'è lo spettacolo? «Parlo da tifoso. Lo spettacolo è quando la gente dallo stadio torna a casa contenta, a prescindere dal risultato». Ha sempre detto: la preparazione fisica serve per migliorare la tecnica. Significa? «Che devi correre più dell'avversario per prendere il pallone, altrimenti che fai? I sacrifici che fanno i giocatori sono sempre molto ben ripagati rispetto a chi pratica altre discipline o altri mestieri più dispendiosi». Ha mai sbagliato qualcosa? «Non volendo, forse, qualche volta non sono riuscito a capire: cioè, se ero io a non capire, oppure l'altra personaÉ». Aliberti cosa le ha detto? «Dipende, perché ci sentiamo molto spesso. Mi aveva sempre chiesto di collaborare: ora sono contento di poterlo fare». Passasse i primi due turni di Coppa la Salernitana troverebbe Juve e Lippi. «Per me è lo stesso, si affrontano le squadre: io non ho problemi con nessunoÉ». A pochi chilometri da qui, qualche giorno fa, c'è stata un'irruzione dei Nas al Giro femminile: lo sapeva? «Continuiamo a farci del male: il problema resta». Vialli, però, è passato dalla sua parte. «Non commento, non parlo di chi non sa da che parte stare». I tifosi già sognano, associano il suo nome alla A. «Che con Zeman non è che si vada in A. Ci vuole una società forte, poi un gruppo valido. E solo in ultimo arriva Zeman. Io ora ricomincio da zero: sono motivato e carico. Spero lo siano pure i giocatori, società, pubblico». Con Zeman ci vuole pazienza: solo un luogo comune? «No, può essere. Perché io non sono capace di spiegare tutto in due giorni, come fanno altri». Perché la Salernitana? «Perché posso costruire il futuro».



da Il Mattino di lunedì 16 Luglio 2001

ANCHE LA SALERNITANA AL LAVORO
Zeman: è il gruppo che avevo chiesto


DALL’INVIATO A TENNA RAFFAELE SCHIAVONE
La Salernitana si raduna, per il nono anno consecutivo ad Alberè di Tenna, in Trentino. Venticinque i convocati più un giovane brasiliano in prova, Anderson De Oliveira, attaccante. Ma la star è Zdenek Zeman. Non c’è dubbio. Ne è cosciente e ne approfitta presentandosi in ritardo all’incontro con i giornalisti. Poi però è simpatico, anche se le sue pause, i suoi silenzi, sanno di attore consumato. Un teatrante che ci marcia e che, pensando ai suoi guadagni, fa bene, anche se dovrebbe avere più rispetto per gli altri che, come lui, lavorano. Il personaggio è lui, un allenatore non vincente, ma che è stato a un passo dalla conquista dello scudetto e che comunque, con le sue squadre, regala spettacolo. Ora ha accettato una sfida che lo vede ripartire dalla serie B, quella serie che lo aveva visto protagonista proprio 10 anni fa col Foggia dei Signori e dei Baiano. «Come è cambiata la serie B in dieci anni? Non lo so. Posso dire che in serie A ci sono sei posti assegnati, il resto lotta a parte. In B è diverso: se la giocano tutti. Chi è retrocesso parte favorito, chi è salito dalla C ha tanto entusiasmo, chi è rimasto in B vuole riscattarsi». «Come si vince un campionato? Ci sono tre componenti: la società, i giocatori e poi l’allenatore. Io ho le motivazioni giuste; spero che le abbiano anche la società e la tifoseria». Per Zeman l’organigramma della squadra è a posto. «C’è solo da risolvere la vicenda Di Michele. È uno dei più bravi in B, ha la possibilità di andare in A, perchè non deve tentare? Se non ci riesce rimane con noi, altrimenti lo sostituiremo». Di Michele, il quale non figura tra i convocati, dovrebbe andare all’Udinese, in alternativa al Parma.
Intanto Aliberti ha messo a segno un altro colpo. Alla corte di Zeman ci sarà anche arriva Antonio Arcadio, 29enne, attaccante tarantino, prelevato a titolo definitivo dal Siena (37 partite, 5 gol). È arrivato in serata nel ritiro di Alberè di Tenna. Il grosso del gruppo era giunto alle 17,10: 20 giocatori, 14 dei quali partiti direttamente da Salerno. Il primo ad arrivare all’hotel Margherita, quartier generale della squadra, è stato ancora una volta Tedesco, di nuovo granata dopo una deludente stagione con il Napoli, il quale aveva preceduto di qualche minuto il vice presidente Franco Del Mese e il medico sociale D’Alessandro. In mattinata, dopo una notte trascorsa in viaggio, erano arrivati l’addetto stampa Iorio, per la prima volta presente al ritiro, il magazziniere De Santo e Vincenzo Cangelosi, allenatore in seconda e stretto collaboratore di Zeman. Per conto del tecnico boemo, Cangelosi è andato alla ricerca del sentiero che i giocatori dovranno percorrere di corsa ogni mattina. La Salernitana, come al solito, disporrà poi di altri impianti nella zona (a Ischia Trentina, Borgo Valsugana e Roncegno).  

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Intervista - 28 Marzo 2000  
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