25 Aprile 2001: Vero o falso. Interviste non concesse ma pubblicate...
Cronaca ||
24/04/2001
VERO O FALSO
Novembre 2000: escono i casi di Bucchi, Monaco e Da Rold positivi al nandrolone.
Marzo 2001: risultano non negativi anche Caccia, Sacchetti e Gillet.
Zdenek Zeman però ancora non ha ragione. E’ ancora il terrorista, l’uomo dei mille veleni, quello che parla senza cognizione di causa.
Aprile 2001:la bomba(in tutti i sensi). Questa volta i nomi che escono dai laboratori d’analisi fanno più rumore: Couto, della Lazio, e Davids, della Juventus.
Ora si che il boemo aveva ragione. Non si contano più i giornalisti che ammettono pubblicamente le loro colpe. Salgono sul “carro” anche coloro che lo avevano chiamato mafioso, che lo avevano denigrato e deriso.
Le televisioni e i giornali di tutta Europa tempestano il cellulare dell’uomo di Praga: un’intervista è il nuovo oggetto del desiderio. Mister Zeman non ha voglia di parlare adesso. Non è la sua vittoria questa! E’, anzi, la sconfitta dello sport.
Mercoledì 25 aprile 2001: esce su un quotidiano nazionale l’inattesa intervista.
Inattesa, sì, e non solo….eravamo presenti quando due giovani si sono avvicinati al nostro tavolo. Avevamo appena sorseggiato un caffè in compagnia di Zdenek e Chiara.
Qualche domanda studiata, risposte molto generiche da parte del Mister, che coerente alla sua linea ha preferito sorvolare su ogni quesito. “No, ragazzi, lasciatemi stare”. I due non si arrendono tanto facilmente e cercano di ottenere quelle dichiarazioni che tutti i giornalisti bramano.
Vero che ha dichiarato di essere triste per il mondo del calcio.
Vero che per lui questa non solo non è una vittoria personale ma nemmeno una vendetta.
Vero che l’Acqua Acetosa ancora non ha ritirato la querela contro di lui.
Vero che la storia della carne di cinghiale responsabile della positività degli atleti sia uscita come una semplice battuta da parte dei due giovani, in risposta ad uno dei suoi silenzi.
Libera l’interpretazione dei due giovani sui pensieri del Mister in merito alle paure dei giocatori.
Falso che abbia parlato di Juventus e di Davids.
Falso che abbia parlato di Lazio.
Falso che abbia rilasciato un’intervista.
Vi lasciamo con una domanda. Perché nella pagina in cui viene pubblicata la presunta intervista compaiono le foto del Mister, di Guariniello e soprattutto di Del Piero?
Il calcio si sta impantanando nella stagione dei veleni: cerchiamo di non invischiarci uno dei pochi che ci ha rimesso in prima persona per aver cercato di difenderlo.
Paolo Cosenza e Cristiana Alessandra
da La Repubblica di mercoledì 25 aprile 2001
Zeman, la vendetta tre anni dopo
"Visto? Dicevano che ero matto"
Nel ‘98 le accuse a Del Piero & C., le polemiche e l'inchiesta di Guariniello: e il tecnico boemo oggi ricorda
GIANLUCA MORESCO
ROMA - Allora Zeman, si sta godendo il trionfo? «Quale trionfo, questa è una sconfitta per tutti». Ma il sorriso diabolico smaschera il bluff. Se lo può permettere, Zdenek Zeman. Lui sul doping aveva già detto tutto, rischiando di suo, l'estate di tre anni fa. «Il calcio deve uscire dalle farmacie», sentenziò, scatenando il putiferio. Al punto che molti hanno sostenuto che quelle parole gli siano costate la possibilità di allenare in Italia. Dalla Roma finì in Turchia, sulla panchina del Fenerbahce. E oggi, dopo la brutta esperienza con il Napoli non ha cambiato idea, seduto al bar sotto i portici di piazza Monteleone da Spoleto, collina Fleming, riprende il discorso cominciato tre anni fa. Qui è stato visto conversare a lungo con Fernando Couto, il giorno dopo l'ufficializzazione della positività del portoghese. Adesso è con la moglie e una coppia di amici, ha appena finito il caffè, spegne il telefonino e parla, anzi bofonchia di doping.
Dica la verità, Zeman: merita di essere allegro, in fondo aveva previsto tutto. Per primo.
«Invece sono tristissimo, perché è un momento tristissimo per il calcio. E poi non sono stato il primo a sollevare il problema doping. Lo avevano già fatto altri. Il fatto è che non hanno ascoltato nessuno: né me né altri».
Insomma non vive questa situazione come un successo personale?
«No, non ho vinto niente. E forse dovreste parlare di questo argomento con qualcun altro, avete sbagliato persona. C'è chi ha molto da dire».
Guariniello, per esempio?
Silenzio. Sigaretta aspirata. Sguardo dall'altra parte. Poi di nuovo da questa. «Io, quando avrò da aggiungere qualcosa a quello che ho già detto, lo farò. Non è ancora il momento».
Insistiamo: che sapore ha questa rivincita su chi si era indignato di fronte alla sua denuncia?
«All'epoca mi fecero passare per matto, in realtà sapevano benissimo che non dicevo assolutamente follie. Forse faceva comodo così».
Ora c'è nuova bufera: otto casi di nandrolone accertati e altri in arrivo, pare. Chi deve difendersi sostiene sia colpa degli integratori inquinati.
«Questa è bella, davvero. Gli integratori contaminati e la carne che contiene il nandrolone. Ma siamo seri, per favore. Adesso, quando si parla di doping, si tira fuori questa storia della carne di cinghiale che produrrebbe sostanze dopanti. Divertente. Sì, tutta colpa del cinghiale. Porca miseria, i calciatori devono stare attenti».
Conclusione zemaniana?
«Che continuano a prenderci in giro».
Ma il laboratorio antidoping, anche grazie alla sua denuncia del '98, ora funziona meglio.
«Se lo dite voi. Io so solo che dal laboratorio antidoping dell'Acqua Acetosa ho ricevuto una querela che non è stata ancora ritirata».
Però adesso vengono alla luce casi clamorosi, come quello di Davids, mica uno qualunque.
«Sì, e ancora riescono a tenerlo coperto, a non ufficializzare il nome del non negativo della Juve».
I calciatori si sono mobilitati, dicono di aver preso coscienza del problema, e di avere paura fino al punto di non bere più nulla.
Silenzio. Interviene la moglie Chiara: «Io non ci credo. Mio marito non so, io non ci credo». Non ci crede neanche lui, che abbiano davvero paura, ma non si espone. Sorride.
Ha letto cosa succede alla Lazio? I giocatori sono vittime di crampi, nel finale delle partite, perché per timore di contaminazioni non assumono più neanche i sali minerali.
«Ah già, i crampi che vengono perché non bevono: sì, è bella anche questa».
Ma almeno si diverte a vedere calcio?
«Dove, cosa? Lasciamo perdere. Arrivederci».
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