29 Dicembre 2000: Cosa pensa in questo momento il mister? Quale sarà il significato di questo suo lungo silenzio? La risposta a queste domande nelle parole del figlio Karel intervistato dal settimanale 'Rigore'.
Cronaca ||
29/12/2000
ZEMAN-PENSIERO: LE PAROLE DEL FIGLIO KAREL
Il mister ha scelto di non rispondere in questi giorni alle domande che inevitabilmente sono giunte a getto continuo dopo l’esonero da parte del Calcio Napoli. D’altra parte le prime dichiarazioni di Zdenek Zeman sono state immediatamente usate dalla sua ex società per cercare di risparmiare qualcosina sull’ingaggio e, tanto per non perdere una abitudine così cara al palazzo, deferirlo alla Commissione disciplinare. Come fare allora per sapere qualcosa dello Zeman-pensiero attuale? Andrea Di Caro ha pensato di intervistare per il settimanale ‘Rigore’ il figlio del Mister: Karel Zeman.
da Rigore di venerdì 29 dicembre 2000
Zeman: "Colpevole di dire la verità"
Una provocazione per il diritto di parola
Per un reato d’opinione, alcuni articoli tecnici scritti su Rigore, Paolo Casarin qualche mese fa venne in prima istanza addirittura radiato dall’Associazione italiana arbitri. Oggi il bavaglio è stato messo a Zdenek Zeman che ha già pagato con 50 milioni d’ammenda la colpa di avere detto le sue verità in una conferenza stampa all’indomani dell’esonero dal Napoli e ora attende gli esiti di un deferimento alla Commissione disciplinare. Considerato nemico del "sistema", Zeman non ha più diritto di parola: ogni sua frase viene analizzata al microscopio dalla giustizia sportiva. E allora Rigore, per poter sapere quello che Zdenek Zeman pensa del Napoli e del calcio italiano, ha dovuto ricorrere a un escamotage-provocazione: intervistare il figlio Karel, 23 anni.
di Andrea Di Caro
"Zeman? A volte dire la verità è colpa gravissima". Parole di Massimo D’Alema, allora presidente del Consiglio, nella famosa intervista a Rigore del 21 gennaio 2000. È passato un anno. D’Alema non è più presidente del Consiglio e Zeman, rientrato e riuscito in fretta dal calcio italiano, continua a pagare le sue verità. È stato esonerato il 13 novembre, dopo Perugia-Napoli 1-1, dopo il teatrino di Corbelli alla Domenica sportiva, dopo mesi di equivoci, fronde e promesse non mantenute. Lasciando Soccavo il boemo improvvisò una conferenza stampa. "Zeman accuse al veleno", titolarono i giornali il giorno dopo. Già perché la verità può essere anche velenosa. Da allora nessuno ha smesso di tirarlo in ballo, di criticarlo, di farlo passare da incapace. Lo ha fatto con la voce fioca da prete di campagna Mondonico, lo ha fatto Corbelli ("adesso i giocatori giocano nel loro ruolo…"), lo hanno fatto tanti giornalisti, quelli che da sempre lo detestano. Lui si è chiuso nel silenzio, ha subìto e, come spesso gli è accaduto, è stato l’unico a pagare. Il Napoli ha chiesto che fosse multato "per diffamazione e per aver rilasciato dichiarazioni destabilizzanti", traduzione: per aver detto quel che pensava e per aver riferito quello che qualcun altro aveva dichiarato e tanti avevano sentito. Risultato: 50 milioni di multa. Ma non bastava, mancava l’intervento del procuratore federale Porceddu. Detto fatto: deferimento. Se ne discuterà a gennaio.
Zeman ora tace, sa che ogni sua frase viene analizzata al microscopio perché lui è un tesserato… e che senso ha parlare se uno non può dire ciò che pensa? E allora proviamo a capire ciò che pensa attraverso le parole del figlio Karel che tesserato non è: "Perché c’è un tempo per ogni cosa, e questo è quello di rispondere".
Partiamo dalla fine, i 50 milioni di multa. Perché Zdenek Zeman ha deciso di presentarsi a Milano davanti al Collegio arbitrale che lo "processava"?
Per capire se nel mondo del calcio dire la verità è davvero una colpa così grave, per capire qual è il concetto di lealtà e probità che hanno le persone che stanno nel calcio. Non senza, prima di partire, avere consultato il vocabolario per leggere bene il significato di certe parole. Salvo scoprire tornando da Milano che il vocabolario era sbagliato.
Nella sentenza si legge: "... per aver rilasciato dichiarazioni diffamatorie nei confronti di tesserati del Napoli". In pratica sostenne che Pavarese gli aveva parlato male di Mondonico.
Le famose dichiarazioni su Mondonico il più scarso del mondo… Giudizi di Pavarese che Zeman si è limitato a riferire, omettendo anche alcuni pesanti apprezzamenti sul lato umano e morale. Frasi che il ds del Napoli aveva detto spesso davanti a molti testimoni. Non è stato Zeman a diffamare Pavarese, ma Pavarese a diffamare Mondonico. Come nel caso doping: alla fine sembrava che fosse stato Zeman a creare lo sconquasso e invece lo sconquasso lo avevano fatto gli altri, non certo chi aveva denunciato l’abuso di farmaci. Allora come oggi, non c’era nessun motivo di inventarsi certe cose.
E stavolta qual è stata la ragione della denuncia?
Evitare che Mondonico subisse la stessa sorte. Al momento dell’esonero, sembrava che nessuno avesse mai voluto Zeman. Strano che poi sia stato ingaggiato Mondonico, uno di cui in società parlavano male.
E i testimoni dove sono finiti?
Molti erano non tesserati e quindi non validi per la giustizia sportiva, poi c’erano gli stretti collaboratori dello staff tecnico, considerati però di parte, infine il medico sociale e molti giocatori.
Ma ancora lavorano nel Napoli… Non era giusto metterli in difficoltà.
Passiamo alle dichiarazioni destabilizzanti: "Tifosi telecomandati davanti alle telecamere Rai…"
Chi non è stato contestato a Napoli, nemmeno dopo l’1-5 in casa contro il Bologna, non poteva esserlo dopo la partita di Perugia, pareggiata per un rigore fasullo… È stata una farsa, una contestazione pilotata di otto persone, che un’ora prima della partita erano andate in albergo a ritirare i biglietti gratis dalla società.
Zeman, ripercorriamo l’avventura nel Napoli.
Si sapeva in partenza che era difficile, ma non che ci fosse tanto caos. Al punto da pensare seriamente alle dimissioni prima che cominciasse il campionato. Solo alla fine, a scaglioni e in ritardo, la squadra era stata completata, almeno nei ruoli.
Chi ha fatto la campagna acquisti?
È il segreto di pulcinella, tanto per rimanere in tema napoletano: plusvalenze, prestiti, giocatori che dovevano arrivare per forza, altri da recuperare fisicamente…
Perché è stato accettato tutto questo?
La situazione economica e politica del Napoli non consentiva altro. Forse c’è stato un eccesso di autoconsiderazione: l’idea che lavorando sodo si potessero ottenere dei risultati. Evidentemente non tutti la pensavano allo stesso modo.
La squadra non si impegnava a dovere?
Rispetto a tutte le esperienze passate, non ci sono mai stati tanti problemi di apprendimento come nel Napoli. Fare una sovrapposizione per alcuni giocatori sembrava una impresa impossibile…
E l’influenza della famiglia Moggi nel Napoli?
Fosse solo nel Napoli… È una delle stranezze del nostro calcio. Un procuratore che, pur non potendo, ricopre un ruolo in società e porta tanti suoi assistiti…Senza che la Federazione dica niente…Ancora non ho capito cosa ci facesse Alessandro Moggi nello spogliatoio della Juventus alla fine del primo tempo di Napoli-Juve. A che titolo era lì e a fare che?
Corbelli ha affermato che Zeman ha rifiutato undici giocatori.
Non è vero, erano molti di più. Ogni giorno uscivano tre-quattro nomi nuovi, indipendentemente dal ruolo e dall’utilità. Spesso a beneficio della stampa, visto che il Napoli non aveva i soldi neanche per acquistare giocatori di serie C.
Sempre Corbelli ha sostenuto in Tv di essere venuto a sapere della trattativa con Zeman il giorno stesso del suo ingaggio.
Strano… A casa mia sapevamo una settimana prima che sarebbero venuti i dirigenti del Napoli. E lui, che è il presidente, non lo sapeva?…
Ricapitolando: Corbelli non sapeva niente, Ferlaino non lo voleva, Pavarese gli ha fatto subito la guerra... Ma Zeman a Napoli chi ce l’ha portato?
Nessuno… si è intrufolato da solo…
Si è sentito usato?
Diciamo che a qualcuno è servito…
A chi?
A Corbelli sicuramente. C’è chi per insegnare calcio a certi livelli, ci ha messo 30 anni tra Università, corsi, esperienze professionali. Invece a
Corbelli è bastato solo un mese per capire di tattica e di preparazione.
Dicono che Zeman non è più capace di preparare le squadre.
E pensare che fino all’anno scorso venivano a copiare da mezzo mondo certi metodi di lavoro: le squadre di Zeman sono sempre state invidiate per come erano preparate. A meno che non sia cambiata la specie umana, non ci sarebbero dovuti essere problemi neanche stavolta. Ma forse i problemi erano altri…
Mondonico è preoccupato dai test, sostiene che ha dovuto cambiare i carichi di lavoro.
Da quando Mondonico è un grande esperto di preparazione? E comunque i test atletici sul campo dimostravano che il Napoli era sullo stesso livello, se non migliore, delle precedenti squadre "zemaniane", la Lazio e la Roma.
Dicono che Zeman non utilizza più i giocatori nel loro ruolo. Visto Troise, che bel centrale?
Troise giocò esterno per necessità: c’erano sei centrali e nessun terzino.
E Sesa?
Altra bella storia. Appena arrivato disse che il suo ruolo era sulla fascia, non importa quale. È stato schierato sia a destra che a sinistra. Un disastro, irriconoscibile. Si vede che a Lecce avevano metodi diversi. Sarà perché è cambiata l’alimentazione. Sta di fatto che sembrava, come dire… imbambolato.
Un commento sul trasferimento di Coppola al Bologna?
È molto curioso che sia passato alla squadra a cui aveva regalato quattro gol il giorno prima... Coppola ha sempre preteso di potersi giocare il posto da titolare, ed è finito dietro Pagliuca al Bologna, dove non giocherà mai, neanche in amichevole…
Che dire del Napoli di oggi?
Zeman voleva insegnare qualcosa, ma è molto più facile correre dietro un numero di maglia…
Lo dice anche Sacchi, il suo articolo "Cent’anni di catenaccio" ha scatenato polemiche. Un altro tecnico che appena parla…
Stesse convinzioni, stesso destino.
Com’è il campionato italiano?
In generale non si gioca tanto bene, quindi tutti hanno possibilità.
Chi si esprime meglio?
Forse l’Atalanta, anche se non ha degli affermati campioni.
Contro la Juventus la Roma poteva chiudere il campionato?
Non lo avrebbe chiuso neanche se avesse vinto. Globalmente è piaciuta di più la Juventus, è sembrata più squadra.
È mancata la zampata di Batistuta…
Ha sbagliato tanto, controlli, sponde. Forse non sta bene…
Però Montella non gioca: solo sei minuti…
Bisognerebbe conoscere i motivi. Magari è questione di gusti: conosco un allenatore con cui giocherebbe sempre.
Ha visto il derby?
Brutta partita. Sembrava un vecchio derby, quello vinto dalla Lazio su rigore per il mani di Lanna.
La Lazio non vive un gran momento…
Fa effetto pensare ad una società che gestisce tante operazioni e poi non ha il sostituto di Lombardo… Mihajlovic adesso gioca a centrocampo: il ruolo non conta più, basta che batta i calci da fermo…
Shevchenko è il capocannoniere.
E può ancora migliorare. In tempi non sospetti qualcuno disse che potenzialmente era più forte di Ronaldo. Poteva venire alla Roma per meno di 40 miliardi. Così come Rivaldo. Ma è meglio dirlo piano: a Zeman non piacciono i campioni… Con Nedved e Signori ad esempio s’è sbagliato… Anche con Samuel, fatto prendere alla Roma.
Chi è l’atleta del secolo: Pelè o Maradona?
Maradona nel piede sinistro aveva tutto, ma dico Pelè, perché Maradona è legato a tante altre cose che non mi piacciono.
Com’è che Rigore sa in anticipo il nome di chi arbitrerà i big match?
Tre anni fa l’allenatore della Roma fu deferito dal procuratore federale Porceddu e successivamente multato per aver espresso dubbi sul sorteggio.
Porceddu è sempre molto attento a quel che dichiara Zeman.
Se la stessa attenzione fosse messa sui veri problemi del calcio, il mondo del pallone sarebbe molto più pulito.
Così Karel Zeman. Che strano, sembrava proprio di parlare con suo padre…
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