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8 Settembre 2000: Finisce al primo turno la Coppa Italia 2000-2001 per gli azzurri del Mister. I tabellini, la cronaca, le interviste.

Cronaca || 08/09/2000

NAPOLI 0 / SAMPDORIA 0

NAPOLI (4-3-3): Coppola, Saber, Baldini, Fresi, Magoni, Vidigal, Matuzalem, Pecchia, Sesa (42' st Di Vicino), Amoruso (19' st Stellone), Bellucci. Non entrati: Mondini, Quiroga, Russo, Bigica, Paquito.
SAMPDORIA (4-5-1): Sereni, Polonia, Sakic, Conte, Manighetti, Vasari, Vergassola, Sanna, Marcolin, Casale (28' st Zivkovic), Dionigi (1' st Jovicic). Non entrati: Casazza, Stendardo. Ficini, Flachi, Esposito.
ARBITRO: Borriello di Mantova
NOTE: pioggia; prato più scivoloso che allentato; al 30' pt incidente a Vidigal, costretto a giocare con la testa fasciata; ammoniti Matuzalem, Sanna e Baldini; tempi di recupero: 1' pt, 3' st.



Si conclude purtroppo al primo turno la Coppa Italia per i partenopei. Il campo in condizioni precarie e la pioggia battente frenano la rincorsa del Napoli che parte bene ma che subiti due contropiedi ad inizio secondo tempo si impaurisce e si ritrae nella sua metà campo. Siamo ancora agli inizi, ma siamo sicuri che la mano del Mister si farà vedere a breve anche alle pendici del Vesuvio.


da Il Mattino di venerdì 8 agosto 2000

Coppa Italia: bocciati


DA AVELLINO
FRANCESCO MAROLDA
Né spettacolo né divertimento. Solo pioggia, freddo e delusione per gli azzurri ad Avellino. Napoli, infatti, fuori della coppa. Già fuori. Subito fuori. Escluso al primo colpo da una Samp forte di quel gol fatto all'andata e forte, poi, della debolezza del Napoli al ritorno. Parte male, dunque, la stagione zemaniana. Malissimo, poi, se nel conto ci si mette anche la fragilità della manovra in campo. Mai brillante, mai vivace, spesso, anzi, noiosa. E conta poco raccontare che Amoruso ha avuto tre occasioni e Vidigal la quarta. Conta poco perchè il Napoli i gol doveva farli e non sprecarli e pure perchè, dall'altra parte, anche la Samp ha buttato via qualcosa.
Delusione, dunque. E rammarico per non aver saputo superare una Samp che - piaccia o non piaccia gioca in serie B - e per aver buttato via quell'incasso miliardario che la Lazio avrebbe assicurato. Ma tant'è. E allora, tanti saluti alla Coppa e che arrivi presto il campionato. O meglio che non arrivi ancora? Chissà.
Intanto, chi s'aspetta una Samp messa in campo a difesa di quel misero vantaggio dell'andata commette un grave errore. Ovvio, Cagni protegge la difesa, però non rinuncia a sguinzagliare ora Vasari ora Casale a vantaggio di Dionigi e, soprattutto, blocca la partita - la sua e spesso anche quella di Zeman - a centrocampo. Dove la Samp rende fitta la manovra e dove spesso il Napoli s'imbuca senza saperne uscire più. Eppure l'avvio è schioppettante. Napoli e Samp partono veloci, ma partono pure senza mira. Venti-secondi-venti e Amoruso si mangia il primo gol: eccellente l'assist di Pecchia, disgraziato, invece, il tiro dell'avanti. Botta e risposta: un minuto e trenta giusti ed è Dionigi a pareggiare il conto degli errori: fuori il destro, mentre Coppola ha già pronta la bandiera bianca. Bandiera bianca che solleva al terzo minuto, ma poichè agita la propria bandiera anche il guardalinee il gol di Dionigi non vale nulla per un fuorigioco - vero - di Casale.
Bene, come inizio è niente male. Ci sono, insomma, le premesse d'una notte di calcio combattuto e forse anche divertente. Ma le premesse non sono promesse. E, infatti, al di là di un altro paio di errori di un Amoruso assai sprecone (12': deviazione moscia su calcio franco di Matuzalem e 20': peccato mortale su invito eccellente di Saber), non ci si diverte più. Anzi, ci si annoia. Perchè il Napoli non trova mai l'accelerazione giusta, perchè Saber a destra nel primo tempo vola solo in due occasioni, perchè Sesa si scioglie presto sotto l'acqua d'Avellino. Stenta ed è troppo lento, insomma, questo Napoli che, così, finisce per giocare proprio come vuole la Samp, sempre forte di quel gol fatto a Marassi. Un gol, uno svantaggio, che invece non mette il pepe al gioco degli azzurri, per la prima volta in formazione quasi tipo.
Ripresa. Il Napoli non cambia. Tutto come prima. Sesa sempre là, Amoruso pure, mentre il povero Magoni - inventato terzino di sinistra per quest'occasione - ancora a dannarsi con Vasari, il quale quando parte palla al piede ha sempre due marce in più di chi gli sta di fronte. Comunque sia, al tiro ci arriva per primo Vidigal (4') ma senza fortuna. La cosa, però, non è benaugurante. All'improvviso, infatti, il Napoli sbanda a sinistra, dove (14') Vasari prova a fare il bis dell'andata, ma non ci riesce perchè trova Coppolino pronto e ben piazzato. Ma un rischio tira l'altro. E sul corner, infatti, con la difesa azzurra a pensare chissà a chi, Conte manca la deviazione giusto sulla riga.
Insomma, il Napoli non va. Non c'è. Gioca un calcio confuso e non asseconda l'esigenza di segnare non uno, ma due gol. Esigenza che però avverte Zeman, visto che poco prima di metà ripresa richiama Amoruso - che il suo l'ha già sbagliato - e s'affida a Stellone come vertice del triangolo avanzato. Beh, avanzato forse è troppo, visto che gli attaccanti azzurri si ritrovano spesso lontano dalla porta. Vicino alla porta, ma a quella napoletana, si ritrova invece (27') Vergassola, ma Coppola rimedia a una precedente distrazione e salva

Nella ripresa, la Samp si presenta con Flachi al posto di Jovicic, mentre Zeman lascia negli spogliatoi Di Vicino e schiera Stellone. Dopo tre minuti Cagni richiama anche Grandoni (problemi alla coscia) e manda in campo Polonia. Napoli pericolosissimo al 5' con Bellucci, che tutto solo davanti a Sereni sceglie l'opzione del pallonetto: tocco molle e palla regalata al portiere avversario. La Samp riprende in mano la partita e anche l'attacco dei "pesi leggeri" (Casale-Flachi-Vasari) funziona bene. I tre si muovono in continuazione e non danno punti di riferimento alla difesa azzurra. Particolarmente ispirato Vasari, che al 13' costringe al secondo cartellino giallo Troise: Napoli in 10. In precedenza un potente sinistro di Marcolin aveva creato qualche problema di presa a Coppola. Ma i guai per Zeman non sono finiti: si fa male Caruso ed entra Bigica; in panchina infatti non ci sono più difensori. Al 21', angolo di Vasari, testa di Vergassola e palla sulla traversa. Dopo pochi secondi, Coppola ferma in rapida successione Vasari e Casale. Cagni ora vuole provare a chiudere il discorso qualificazione: dentro Esposito, fuori Sanna. E il nuovo entrato è travolgente al 28': sfonda a sinistra, rientra sul destro e fa partire un missile a girare che si spegne di poco alto. Gli ospiti alleggeriscono la pressione conquistando un paio di corner grazie a Bellucci: Sereni, però, dorme sonni tranquilli. A dieci minuti dal termine bel numero di Flachi, che controlla con classe e di interno destro, dai 20 metri, sfiora la traversa. Dall'altra parte lo imita Bellucci, che salta un paio di avversari e spara un gran tiro che non finisce lontano dal palo destro della porta difesa da Sereni. Poco oltre il 90', tiro-cross di Bellucci e per poco Stellone non trova la deviazione vincente. Al 93' arriva il triplice fischio di Collina.

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DELUSIONE A FINE GARA, IL TECNICO STRIGLIA I GIOCATORI
Zeman: "Questa non è la mia squadra"


DA AVELLINO
IVO ROMANO
Il primo obiettivo è andato a farsi benedire. E con esso la prospettiva di una accattivante e remunerativa sfida con la Lazio campione d'Italia. Perfino la flemma e l'imperturbabilità di Zdenek Zeman lasciano trasparire una più che logica delusione. "Non c'è dubbio - spiega - che la nostra stagione ufficiale è iniziata in modo negativo. Volevamo questa qualificazione, ci abbiamo provato e potevamo farcela. È andata male". Ma non è solo il risultato a generare il rammarico del tecnico boemo: "In campo non abbiamo fatto ciò che proviamo in allenamento. Avevamo cominciato anche bene, ma siamo stati traditi da un terreno troppo pesante e da errori di mira in zona-gol. Nel secondo tempo, invece, non abbiamo più trovato la misura giusta e abbiamo finito per intestardirci con inutili lanci lunghi. È anche vero, però, che non è facile giocare da fermo contro una squadra schierata. È ciò che è accaduto soprattutto nella seconda parte della gara".
E poi un evidente calo atletico è arrivato a complicare ulteriormente la situazione: "Questo c'era da aspettarselo. La Sampdoria ha già iniziato il suo campionato, noi abbiamo quasi un mese davanti. Non è certo un caso se molte squadre di serie B hanno superato il turno di coppa". Nell'analizzare i reparti, Zeman ha qualche appunto da muovere: "Il fronte destro ha lavorato poco. Saber, Vidigal e Sesa avrebbero potuto fare di più. Ma non dimentichiamo che lo svizzero era all'esordio, mentre Vidigal era reduce dalla partita con la nazionale".
Sembra di capire, in definitiva, che la strada è ancora lunga: "A giudicare da quanto visto stasera, ci vorrà ancora tanto tempo per vedere il Napoli che ho nella testa".
Per David Sesa, che ha origini irpine, si è trattato di un ritorno nella terra di suo padre. Per di più all'esordio ufficiale con la maglia del Napoli. Logico che si augurasse un epilogo diverso: "Ci tenevamo a sfidare la Lazio, per noi e per i tifosi. C'è tanto amaro in bocca per non esserci riusciti. Abbiamo anche creato buone occasioni, ma è mancato ciò che contava, il gol. Non è stata una bella gara, ma il campo pesante ci ha creato notevoli problemi. E poi era la prima volta che questa formazione giocava insieme. Insomma, le attenuanti ci sono. Anche se siamo delusi. Sul piano personale, poi, non potevo aspettarmi molto di più". E il futuro? "Dobbiamo solo lavorare. Con l'applicazione nella ricerca degli schemi miglioreremo e raggiungeremo i livelli che vuole il mister. Abbiamo tempo fino al primo ottobre. Non c'è da preocccuparsi".  

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