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13 Ottobre 1999: Le aspettative di tifosi, giornali, società del Fenerbahce.......negli articoli de Il Messaggero e della Gazzetta dello Sport.Cronaca || 13/10/1999
Il suo primo allenamento.......le richieste dei tifosi del Fenerbahce......le aspettative dei giornali.... da La Gazzetta dello Sport di Mercoledì 13 Ottobre 1999 Zeman ha schemi anche per il giardiniere Squadra sotto torchio: test atletici al mattino, partita al pomeriggio. Per il Fenerbahçe è cominciata la cura Zeman, che conferma il suo amato 4-3-3 e ha chiamato a rapporto giardiniere e cuochi. Qualche problema con la lingua ("è turca...") e un’idea sul miglior centravanti da schierare all’esordio: "Vieri..." Valerio Piccioni DAL NOSTRO INVIATO ISTANBUL — Zeman è sempre Zeman. Il suo secondo giorno di Fenerbahçe ha cancellato il primo senza pensarci troppo. Tuta sociale al posto della giacca blu, nessun supplemento di convenevoli, giù a testa bassa a lavorare: test atletici al mattino, un assaggio di schemi durato mezz'ora più la partitella al pomeriggio. E così alla fine della sua lunga giornata, chiusa da una conferenza stampa, c'è parso addirittura stanco. Una stanchezza illustrata perfettamente da una risposta a una domanda sulla nostalgia dell'Italia: "Non ho avuto tempo per la nostalgia". Un momento però, la stanchezza non ha impedito il guizzo d'ironia finale, quello sul suo primo approccio con la lingua turca. "È turca". Cioè? "Cioè non ci capisco niente. Ma certe volte a parlare poco e fare di più ci si comprende pure meglio". Achille Campanile, che di battute se ne intendeva, sarebbe stato fiero di lui. E del bis concesso in merito al quiz sul centravanti ideale da schierare sabato a Trabzon, nel primo viaggio nella Turchia profonda con una scorta di 3000 tifosi. "In questo momento penso Vieri...". Insomma, Zeman non cambia bandiera. Non soltanto per le sei ore che passa fra i giocatori. Davanti ai boss della squadra, presidente Yildrim compreso, comincia a sfoggiare il suo 4-3-3. Gli attaccanti incrociano, il difensore di fascia destra Mustafa, nazionale tedesco naturalizzato, s'avventa sul cross, in mezzo al campo parole, gesti e sguardi legano i due vice Zeman, Modica e Golesano, all'altro tecnico turco, con la mediazione dell'interprete Vedat, nelle parti di maratoneta-traduttore. Il pubblico non spiccica parola o grido, si permette soltanto un miniboato quando Sergen, il fantasista della combriccola, segna il primo gol in allenamento della nuova gestione. Dunque, non si abdica: 4-3-3 pure qui? "Ancora di più — dice lui come uno a cui hanno ricordato il piatto preferito —, il Fenerbahçe vuole vincere e si può vincere soltanto attaccando". Arriva anche il primo ripescato: l'ex juventino Dimas, il portoghese che il vecchio allenatore aveva messo dietro la lavagna per indisciplina. "Per me fa parte della squadra", annuncia Zeman che lo recupera dopo tre settimane di allenamenti con la Primavera. Il guaio è che in Turchia si possono schierare solo cinque stranieri e il Fenerbahçe ne ha sei. Ma è presto per grattarsi la testa anche per quest'argomento. Zeman, comunque, non perde neanche altre abitudini. All'ordine del giorno c'è un incontro con il giardiniere, il baffo istituzione Cuma. "Mi ha detto di togliere qualche centimetro all'erba". In mattinata aveva lavorato con metro e cronometro. "Metteteci impegno, voglio vedere le vostre capacità". E, dunque, salto triplo da fermo, prova sui dieci balzi, ripetute sugli 80 e sui 30 metri. Tifosi e ambiente intanto si sono messi alla finestra fiduciosi. Cam Bartu, ex laziale oggi giornalista al "Sabah", dà il suo benvenuto e gli consiglia di "tenere duro, di fare di testa sua, senza sentire dirigenti e tifosi". Intanto, sui giornali si parla già di "vento di Zeman" o dell'"uragano Zeman". Mentre il nuovo allenatore rischia di essere citato per danni dal liceo vicino al complesso "dereagzi", il quartier generale del Fenerbahçe: una decina di studenti in camicia bianca salta la scuola per lui. Per ora, la Istanbul di Zeman è soprattutto questa: i due campi di allenamento, la palestra, la mensa (ha voluto una relazione anche sulle abitudini alimentari della squadra). Lunedì sera, c'era stato il brindisi al "Paper Moon", locale di proprietà milanese. Bilgic, la sua ombra in queste prime ore turche, si sta dando da fare per trovare una soluzione che non logori il tecnico nel traffico piovra che ingoia Istanbul. Ma il discorso viene respinto sdegnato dal diretto interessato quando, stremati da un tassista un po' imbranato, gli parliamo delle difficoltà degli spostamenti dal centro europeo (dove c'è il suo hotel) al suo luogo di lavoro nella zona asiatica. "No, nessun problema. Mi hanno portato in macchina ed è stato facilissimo". Solito Zeman, appunto. |